Soppressione della Compagnia di Gesù. 219 non avrebbe potuto esser tolta, tranne che in caso di morte, se non dal solo Papa.1 In questo mezzo le chiese dei gesuiti a Eoma erano stipate di fedeli, e i padri continuavano le loro occupazioni come se non avessero avuto nulla da temere.2 Nella prima seduta della congregazione, il 9 agosto, Clemente XIV aveva annunciato che la soppressione avrebbe avuto luogo il 16 agosto.3 Questa volta non vi furono dilazioni. La sera del detto giorno il segretario della congregazione, Macedonio, ¡4 presentò con una scorta di soldati e di sbirri alla casa professa al Gesù e notificò al generale Ricci e ai suoi assistenti il Breve che scioglieva l’Ordine di sant’Ignazio.4 Il Ricci, carattere mite e pacifico,6 non aveva voluto usare contro la procella che andava facendosi sempre più violenta, altre armi che quelle della preghiera reiterata. Nella sua « quasi ingenua coscienza » poteva tanto meno figurarsi che il suo Ordine potesse esser soppresso dal Papa, in quanto ancora al tempo dell’elezione di Clemente XIV egli nutriva un’ottima opinione del nuovo Papa. Anche dopo i fierissimi colpi inflitti sia a lui personalmente sia al suo Ordine, non gli sembrava credibile, narra il Cordara, « che il Vicario di Cristo caricasse la propria coscienza di un’ingiustizia così manifesta come quella di annientare una Compagnia che aveva bene meritato della Santa Sede e dell’intera Chiesa, e ciò senza processo inquisitorio, senza contestare le accuse che si elevavano. È egli credibile che il Papa non consideri che per condannare un accusato la colpa deve risultare evidente, e che all’accusato stesso deve esser data l’occasione di giustificarsi, quando lo possa ? Tutto ciò è un’esigenza del diritto naturale, contro il 1 Theinek, Epist. 259 s. Questa lettera non si trova tra le * Epist. Gle-mentis XIV nell’ Archivio segreto pontificio. Il Theiner non dice donde l’abbia tolta. 2 * Tutte le chiese dei gesuiti sono stipate e i gesuiti tengono le loro consuete funzioni, accademie ecc. Tiepolo al doge, 14 agosto 1773, Archivio di Stato di Venezia. 3 * Monino a Grimaldi, 12 agosto 1773, loc. cit. 4 Oltre alla * relazione del Bemis del 18 agosto 1773 (Archivio del Ministero degli Affari Esteri di Parigi) vedi * Monino a Grimaldi, a Mahony, al conte de Aguilar (a Torino), a Laforcada, Coronel e Gnecco (a Bologna), tutti del 19 agosto 1773 (Archivio dell’Ambasciata di Spagna a Roma).A questi rapporti rimanda l’Azara nella sua * lettera al Grimaldi del 19 agosto 1773, congratulandosi del « triunfo » (ibid.). Cfr. * Llano a Grimaldi, 19 agosto 1773, rallegrandosi per la vittoria col Grimaldi, unico duce della battaglia, col Monino, col re, « otro Hercules verdaderamente en la circunstancia para descargar el golpe de gracia sobre la Hydra ... ». Il domenicano Ferrari, si aggiunge, pretende aver contribuito a riconciliare il duca e l’infante. Archivio di Simancas. 6 T. Termanini, *Vita del P. Lorenzo Ricci, fol. 1, in possesso dei gesuiti .