Missioni del Levante. 377 léans,1 perchè intervenisse'in loro favore presso il re di Francia. Non ottennero risposta. Già prima i missionari gesuiti si erano rivolti da Costantinopoli al ministro della marina,2 riferendo che alla confisca del loro patrimonio si era aggiunto un incendio scoppiato a Smirne, in seguito al quale la missione si trovava all’orlo della rovina. La preghiera rimase vana. Dopo la soppressione pontificia, il console francese ad Aleppo, Deperdriau, scrisse al ministro della marina De Boynes3 che i missionari si trovavano nelle più gravi strettezze. Essi trovarono un patrono nell’ambasciatore francese De Saint-Priest. In Levante, scriveva questi con qualche esagerazione al successore dello Choiseul, d’Aiguillon,4 gli altri frati missionari non si erano curati dell’esercizio vero e proprio della missione, e da tempo i gesuiti erano i soli che vi si fossero dedicati con zelo; ora che essi erano disciolti, non si poteva negar loro questa giustizia, ormai non più passibile di sospetto. Ad essi erano dovuti in gran parte i progressi della fede cattolica tra gli Armeni e i Siri. E poiché gli ex-gesuiti godevano fiducia tra i sudditi del Sultano, sarebbe stato utile mantenerli nella loro opera missionaria. Appena il Breve di soppressione fu noto, il Saint-Priest scrisse al d’Aiguillon 5 che esso vietava ai gesuiti la cura d’anime; ma negar loro la dispensa dei sacramenti e incamerare il loro patrimonio significava, in Levante e specialmente a Costantinopoli, precipitare le missioni nel massimo disordine; egli aveva per parte sua impartito ai suoi sottoposti l’ordine di non consentire ad alcuno il sequestro dei beni dei gesuiti. Il Cardinal Bernis fece sapere allora all’ambasciatore 6 che il Papa approvava le disposizioni da lui prese, giacché un’esecuzione letterale del Breve di soppressione avrebbe significato in realtà la rovina delle missioni di Levante. Tuttavia il 24 marzo 1774 il francescano Massimo di Merlino comunicò ufficialmente il Breve ai gesuiti. 7 Peraltro la difficoltà di trovare da chi essi potessero ottenere da allora in poi la facoltà per l’esercizio ulteriore della cura d’anime, fu rimossa da una lettera del prefetto di Propaganda, Castelli.8 A Smirne il posto dei gesuiti fu preso nel 1774 dai cappuccini, sotto la direzione dei quali la missione fiorì sino alla sua scomparsa durante le guerre napoleoniche.9 1 II superiore della missione, Périgord, 18 agosto 1766, ibid. 138. 1 3 giugno 1764, ibid. II 597. 3 10 agosto 1773, ibid. I 137. 1 10 novembre 1773, ibid. II 597. Che anche altri Ordini si siano acquistati grandi meriti nelle missioni è detto ibid., n. 1. 5 2 settembre 1773, ibid. II 593. 6 12 gennaio 1774, ibid. II 594. 7 Ibid. II 602. 9 Ibid. II 605. 9 Terzorio IV 38.