CAPITOLO V La restituzione dei territori pontifici di Avignone e Benevento. L’esecuzione della soppressione dell’Ordine dei gesuiti. 1. Gli avversari dei gesuiti esultarono in maniera indescrivibile quando finalmente riuscì loro la soppressione totale, per raggiungere la quale avevano per anni e anni impiegati tutti i mezzi possibili. Il giubilo maggiore si ebbe in Portogallo, dove il Pombal aveva inaugurato la persecuzione dei gesuiti e aveva dato l’esempio a Francia, Spagna e Napoli. Quando il 6 settembre 1773 arrivò a Lisbona un corriere straordinario inviato dall’Almada col Breve di soppressione, il re Giuseppe I ne rimandò la pubblicazione al giorno dopo, per ricevere prima il nunzio cardinale Conti.1 Un decreto (Carta de Lei) del 9 settembre, firmato dal re e da tutti i ministri, rese noto il documento pontificio in tutto il territorio portoghese. Questo decreto conteneva « tutte le fandonie possibili e impossibili sul conto dei gesuiti »: secondo esso la Compagnia di Gesù non aveva fatto che provocare rivoluzioni, tumulti e lotte pericolose; non meno di ventiquattro Papi avevano tentato di riformarla; bisognava stare attenti che non ne rimanesse qualche avanzo o conventicola, che non andassero in giro persone portanti l’abito gesuitico, e di tutto si doveva dar notizia al tribunale di Lisbona. Una lettera del re al cardinale patriarca e ai vescovi portoghesi, datata dello stesso giorno, ingiungeva di spiegare il Breve 1 * « Ieri al momento clie comparve il corriere sospese il lie di palesarne al publico l’importanza, perchè si riserbo di riceverne prima da me officio. In fatti questa mattina nel presentarmi alla corte ho havuto su tale assunto colla Mtà Sua lunga sessione in dettaglio e si è poi resa publica l’autorevole decisione del S. Padre a contentamento di tutti i buoni ». Conti a Pallavicini, Lisbona, 7 settembre 1773. Nunziat. di Portogallo 119 A. Archivio segreto pontificio.