456 Appendice. portava in abito corto a Palazzo col pretesto di visitare Monsr Arcliinto infermo; e di là in determinata ora saliva alle stanze del P. Buontempi, e poi per la secreta scaletta calava dal Papa: onde non vedendosi andare in abito cardinalizio, come conveniva, nè per l’anticamera solita, si è creduto di non aver mai avuto udienza. Nella scorsa settimana vi fu ancora Mognino, chiamato dal Papa; mà poi non si sà altro. Hà anche tentato d’esservi Almada, e forsi qualche altro Ministro estero, e niuno è stato ammesso. Par calmata, ma non estinta la tempesta per Macedonio, a cui suffraga il tempo per giustificarsi, dicendo il medesimo essere innocente di quanto gli si imputa. Ibid. e) Roma, 23 agosto 1774. L’irritazione nel Papa, quantunque sia prodotta da natura, e non da morbo, nè da mutazione, come Y. Ecca nella veneratissima sua delli 20 corrente; è però certo che vi concorra una forte apprensione, ch’egli ha di prossima morte: se ne ebbe nella scorsa settimana apertissimo argomento. Tiene il Piapa un cagnolino, che li fà delle carezze: mattine sono la S. S. da tavola le buttò un pezzetto di pollo: il cagnolino nè pure l’odorò e restò immobile: lo che osservando il Papa si accese in volto, e sgridò che immediatamente buttassero dalla finestra quel cagnolino; e lo ripetè più volte, e con stizza: li familiari presero il cagnolino e lo portaron fuor della stanza, fingendo averlo di già buttato dalla finestra; in tal modo si calmò il Papa; e dopo essersi rasserenato disse, che si ricordava del fatto di una tal Principessa, la quale avendo dato da mangiare un pezzo di pollo ad un cane domestico, questo non volle mangiarlo; e la detta Principessa di li a pochi giorni se ne morì. Mà li familiari replicarono al Papa, che il suo cagnolino non l’avea mangiato per esser satollo per alcune ciambellette, mangiate prima. Allora il Papa soggiunse, che se ciò avesse saputo, non l’avrebbe fatto buttar dalla finestra; al che dissero li medesimi tenerlo ristretto in altra stanza per buttarlo molto lontano dalle finestre del Papa per non farli sentire gli urli; onde il Papa se lo fece di nuovo portare, e fu la fortuna, che il cagnolino li fece molte feste; e così restò tranquillo l’animo dal miai concepito sinistro augurio. Si degni V. Ecca argomentare su «questo qual sia la vera causa del suo ritiro e della sua profonda malinconia. Domenica mattina fù la prima volta, che chiamò ad udienza il Card. Simone Prouditore; e fù molto breve; nella sera vi fù Mo-gnino, e jeri sera l’Emo de Bernis; si resta a vedere se chiamerà il Commendatore Almada ministro di Portogallo, essendovi qualche sospetto per Roma di non essere nell’antica grazia per non essersi avuto da quella, Corte favorevole risposta per l’assegnamento alli Ex-Gesuiti Portoghesi. Mi ricordo aver scritto a Y. Ecca, che in Parma fossero stati di nuovo affissi li casi riservati nella bolla Cena, senza che questa fosse stata nominata: ora soggiungo, che sono quà venute le copie stampate, dalle quiali apparisce essere stato espressamente riferiti i casi