390 Clemente XIV. 1769-1774. Capitolo IX. e ne fece decorare il soffitto da Raffaello Mengs con affreschi a colori vivaci, i quali suscitarono la più alta ammirazione dei contemporanei. La figura centrale, che è divenuta celebre per l’incisione in rame del Cunego, rappresenta una bella donna, la Storia, la quale segna sul dorso di un vecchio alato giacente ai suoi piedi, rappresentante il Tempo, gli eventi del passato che le sono indicati dal Giano bifronte che sta alla sua destra; a sinistra un genio reca dei rotoli di scritture; dall’alto scende a volo la Fama, sonando la tromba, e addita nel fondo il Museo dementino. Sulle due porte il Mengs dipinse le figure sedute di Mosè, quale il più antico storiografo, e di San Pietro, quale custode del Nuovo Testamento, ambedue tra due geni giovinetti. Le figure sono inquadrate da motivi decorativi, nei quali elementi egiziani e classici si intrecciano a ornati del Rinascimento, a figure naturalistiche e a volute floreali; ne è autore il pittore altoatesino Cristo-foro Unterberger, il quale esegui anche pitture allegoriche per Clemente XIV nel palazzo di Castel Gandolfo, relative al Portogallo e ad Avignone.1 La collezione numismatica pontificia fu accresciuta dal Papa coll’acquisto di monete greche e romane e di 1261 medaglie, tra le quali una serie di medaglie imperiali di bronzo di gran formato.2 Il Papa provò viva gioia per il regalo di una cospicua collezione di monete antiche fattogli per il Museo da Msgr. Passionei3 e per quello di 126 medaglie d’oro fattogli da Luigi XV.4 1 Platner II 2, 330 s.; Burckhardt, Cicerone II 926 s.; Woermaxn in Zeitschrift fur hild. Kunst. V (1894) 288. Cfr. anche 0. Harxack, Deutsches Kumtleben 9 ss.; Hautecœur 150 (« L’œuvre est supérieure au Parnasse »); Tietze in Kunstgeschichtl. Anzeigen 1912, 117. Agli autori or ora citati è sfuggito lo studio del Cozza-Luzi, L'aula elei papiri nella Bibl. Vatic., in appendice ai Monumenta papyracea Bibl. Vat. recensuit et digessit 0. Marucchi, Roma 1895, 35 ss., importante per la notizia sulle spese importate dalla decorazione del locale. L’iscrizione sopra la porta d’ingresso menziona l’inizio dei avori, i quali peraltro non furono portati a compimento che sotto Pio VI: Clementi XIV P. M. A. IV. Cfr. anche Voss, Malerei 657; Renazzi IV 282 s. 2 Carini 121; Serafini I xxxii s. Cfr. Gnecchi in Biv. ital. di numism. XVIII (1905) 11 ss. 3 Relazione dell’inviato di Lucca, 15 giugno 1771, loc. cit. 383. 4 Clemente XIV ringraziò Luigi XV con * lettera del 4 marzo 1772 (« Epist. ad princ. » 169, p. 213, Archivio segreto pontificio). * Orsini a Tanucci, 6 marzo 1772, Archivio di Stato di Napoli, C. Farnes 1479. L’iscrizione che Clemente XIV fece porre sullo stipo contenente queste monete in Masson 204, n. 2. Varie altre il Papa ebbe occasione di ringraziare per doni di monete; così il 16 febbraio 1771 a Corrado Ferretti {« nummorum argenteorum ad Romanas familias spectantiuin series »), « Epist. ad princ. » 167, p. 304, loc. cit.; il 12 novembre 1772 a Carlo Teodoro duca di Sulzbach (monete d’oro che sono incorporate nel Museo Vaticano), « Epist. Clementis XIV » a0 IV, p. 168, ibid.; il 4 giugno 1772 a Maria Teresa (anche nel Museo), «Epist. ad princ.» 171, p. 17, ibid.; l’il agosto 1773 a Giovanni Bianchi, « Epist. » a° V, 173, p. 23 ibid.