176 Clemente XIV. 1769-1774:. Capitolo IV. testimonianze di attenzione, come per esempio quella per cui il Papa aveva assunto in anticipo la funzione di padrino del figliolo aspettato dalla principessa delle Asturie.1 L’idea che l’influenza dell’Inghilterra avrebbe potuto salvare l’Ordine svanì anch’essa.2 Caratteristica dell’importanza che si attribuiva al nuovo ambasciatore è il fatto che i cardinali Bernis e Orsini gli fecero la prima visita, contro il cerimoniale, il giorno seguente al suo arrivo.3 Il 7 luglio comparve il francescano Buontempi, mandato dal Papa per spiegare perchè l’udienza di presentazione dovesse esser differita. Dopo che il Buontempi ebbe portato le prime assicurazioni delle buone disposizioni del Papa, mettendo in rilievo che il Papa voleva la pace, il Moni no rispose, colla sua solita maniera asciutta, che ciò dipendeva unicamente da Sua Santità.4 Il Monino non potè parlare col suo predecessore Azpuru, poiché questi morì tragicamente il 7 luglio 1772.5 II nuovo ambascia- 1 Masson 204 (vedi sopra p. 152, n. 2). A proposito della medaglia ivi accennata, col motto Deus nova foedera iunxit, il Centomani * riferisce al Ta-nucci, l’8 luglio 1772, il distico che vi si era fatto sopra: « Cum Eege Hispano Clemens nova foedera iunxit, Cum Loyolitis foedera prisca tenet » (Archivio di Stato di Napoli, Esteri-Eoma 1221). Con * lettera del 1° agosto 1772 Clemente XIV esprimeva al re di Spagna la propria gioia di essere padrino del nascituro della principessa delle Asturie. Archivio di Stato di Napoli, C. Farnes. 1479. 2 Alla corte francese, come riferisce il Giraud, si era ravvisata nell’invio del Caprara a Londra l’intenzione del Papa di guadagnare l’Inghilterra in favore dei gesuiti; vedi Theiner, Hist. II 174. 3 Ibid. 212 s. Il Monino fece visita al Pallavicini fin dal 5 luglio, e vide l’Almada. * Centomani a Tanucci, 7 luglio 1772. Archivio di Stato di Napoli, Esteri-Roma 1221. 4 Moiiino a Grimaldi, 8 luglio 1772. Le * relazioni originali del Monino sono nell’ Archivio di Simancas, Estado 5039 ss. e sono state usate e in parte pubblicate da St. Priest (1846, App., n. VI), Lafuente (Rist. XIV 249), Ferrer del Eio (II 359 ss.), Danvila t Collado (III 462 ss.), Duhr (Aufhebung 446 ss.), Pacheco t de I.eyva (41 s.). Il Theiner (loc. cit. II 215ss.) crede che debba darsi poca fede alle relazioni autentiche del Monino, poiché questi nell’orgoglio del suo carattere avrebbe certamente ingrandito le cose, e poiché era nel suo interesse di indurre fin da principio la propria corte nell’opinione più favorevole intorno all'azione svolta da lui. Perciò il Theiner dichiara di attenersi in gran parte alle relazioni del Bernis, che in sostanza corrispondono a quelle del Monino, senza portare l’impronta della superbia e della vana albagia spagnola. Il Duhr (Aufhebung 447) tratta del pari la questione, se tutto ciò che il Monino riferisce come detto dal Papa sia vero, e osserva a ragione: « Die Depeschen Moninos, die den Verlauf der Audieuzen fast dramatisch schildern, machen den Eindruck der Wahrheit, wenn man auch zugeben muss, dass die Klangfarbe wohl von der Stimmung und Gesinnung des Gesandten und seiner Auftraggeber beeinflusst war. Anderseits wäre es auch gewagt, jede Aeusserung, die Monino vom Papste berichtet, auf das Zeugnis dieses Gesandten allein als unbedingt verbürgt und sicher bezeichnen zu wollen ». 6 Dal 26 marzo 1772 la maggior parte delle * relazioni, e dal 30 aprile tutte, sono opera dell’Igareda. Il 21 maggio 1772 egli * informa che lo stato dello