PAOLO PA KU TA. XXVII perimento concorfe a man piena il Senato nella fua elezione , la quale fe-guì li XXVII. novembre dell’ anno M. D. LXXXII. Qual riufcilTe il PA-RUTA in quello primo pubblico efercizio del fuo fenno e fapere ; qual gravità ne’ confetti ; qual faviezza ne’configli ; quale fperienza ne’ più ardui affari e* moflratte : con qual vigore e facondia appretto que’gravifiimi Padri il proprio parere efponefle : non miglior prova e rifeontro può ri-cercarfene , che quello di vederlo d’allora in poi (a) aver luogo (eccetto il tempo in cui piacque alla patria di valerfene ne’minifterj o ne’governi,} in quella venerabile adunanza , nella quale , come in fuo trono , la prudenza rifiede , e l’eloquenza , come in fuo campo, fiorifee . Vi entrò egli, a confettione di ognuno , da provetto e maeflro ; e di là cominciò , dove molti a gran pena finifeono : tanto gli furono di giovamento i privati fuoi ftudj, e l’aver proccurato d’ eifere, qual poi doyea comparire. • XXVI. Confeguiti in breve corfo d’anni altri (b) decorofiffimi titoli e *5*7 magiftrati , finalmente nel Maggior Configlio , tenuto li XVIII. gennajo dell’ anno M. D. LXXXVII. con 928. voti favorevoli fu eletto Provveditore /'opra le biade , che è lo fletto che Senatore . Tale era la ftima che generalmente della fua integrità e dottrina erafi inabilita , che 1’ anno feguen-te M. D. LXXXVIII. adi XXX. fettembre, giorno nel quale annualmen- 1588, te foglionfi eleggere nel Maggior Configlio i Seffanta della Giunta , egli andò fuperiore a ciafcun altro di voti , avendone avuti 1105. in fuo favore , tuttoché la maggior parte de i nominati gli fotte anteriore di età e di elezione . (cj Aveva egli in fatti una gravità e contegno d’afpetto , .condito però con tale affabilità di collume e di tratto , che farebbe flato difficile a intenderfi , fe i fuoi eguali più lo riverittero, o più I’amaffero.. Nelle cofe giufle e onefle quanto era facile a dar la fua fede, tanto era re-ligiofo nel mantenerla ; e attuato che avefie una volta un affare , tal era la diligenza che ufava per condurlo a fine, che non l’altrui , ma la propria caufa pareva che egli trattatte . Ove poi fi agitava della pubblica dignità e utilità , niun riguardo potea rimoverlo dalla fua fermezza d’ animo e dal fuo zelo . Stando in ufficio e in governo , in tutte le fue azioni e parole niente più refpirava , che 1’ amor della patria ; poco quel di fe fletto •, affai meno quello della famiglia : la vanità e l’interefle mai non avendo avvito pretto di lui lufinga per allettarlo , non che forza per vincerlo . Oltre a quelle ed altre fue dotti , conciliavagli venerazione e affetto , e davagli grazia e ornamento la ftima della fua dottrina : onde non è da flupirfi , che con tanto merito trovaffe facile , e piano , com’ egli dice , agli onori il cammino , e quelli gli veniffero incontro , prima offeriti che chiefli, XXVII. Non andò guari , che prefentoifi ojcafione al Senato di adope- p rarlo in rilevantiffimo affare. Era qualche tempo che vertevano gravi dif- ^5"9 ferenze per materia di confini tra i fudditi della Repubblica nella giurif-dizione di Cadore e di Feltre , e tra quelli dell’Arciduca Ferdinando d’ Aullria nella giurifdìzione d’Ampezzo e altri luoghi circonvicini. L’anno (