Lettera del 3*» novembre «li Clemente XIV a Carlo III. 133 forma siffatta e di stabilirlo su motivi tali, da soddisfarei sovrani senza attirarsi i fondati rimproveri del mondo cattolico e del clero. La materia del Breve è già pronta e quasi per intero ordinata. Anche su questo punto egli si sarebbe spiegato esplicitamente in una lettera che intende scrivere domani al re di Spagna. Tuttavia, quanto alla pubblicazione del Breve, egli avrebbe esposto a Sua Maestà Cattolica la posizione in cui si trovava, nonché ciò che aveva da temere per la propria sicurezza e per i propri Stati, e che egli si aspettava dall’amicizia dei tre monarchi non soltanto aiuto, bensì anche mezzi efficaci per mettersi al sicuro dagli intrighi e dalle macchinazioni dei gesuiti e dei loro protettori. Il Papa, mentre afferma di non aver timore di altro che di rendersi infedele ai propri doveri, teme in realtà pericoli grandi e piccoli. Teme di compromettersi con certe potenze soddisfacendone certe altre; teme che lo si accusi di aver ottenuto il Papato a condizione di sopprimere l’Ordine dei gesuiti; teme soprattutto lo spirito di vendetta e di ira dei Padri e gli intrighi del vecchio cardinal Albani, loro protettore ». 1 Clemente XIV indugiò ancora dieci giorni prima di spedire a Carlo III la lettera promessa; Analmente la sottoscrisse il 30 novembre. « Stimiamo », così è detto in questo documento autografo « nostro preciso dovere di raguagliare la sacra reale Maestà Vostra delle Xostre intenzioni sempre disposti a darle evidenti prove dell’adempimento delle Xostre obbligazioni. Ci siamo presa la cura di radunare quei monumenti, dei quali dobbiamo prevalerci per formare il concertato motuproprio, con cui giustificheremo presso tutto il mondo la savia condotta tenuta dalla V. M. nell’espulsione degli inquieti e turbolenti Gesuiti. Siccome siamo soli a faticare e siamo oppressi da tante altre brighe, quindi ne deriva, non già la trascuratezza ma la dilazione, rendendosi necessaria per la buona condotta di un affare tanto interessante. La sacra Maestà Vostra è supplicata di non prenderci in diffidenza, mentre siamo intenzionati e ci andiamo preparando a darne al pubblico irrefragabili testimonianze della Xostra veracità. Sotto- 1 Relazione Bernis del 23 novembre 1769, ibid. 400. Il Bernis aveva informato sommariamente l’Azpuru dell’andamento dell’udienza con * lettera del 21 novembre 1769 (Archivio dell’Amb asciata di Spagna a Rom a), nella quale è anche detto che l’Almada si associava a tutti i passi compiuti. Su quest’ultimo punto * Orsini a B. Macedonio, 16 novembre 1769, Archivio di Stato di Napoli, Esteri-Roma 295/1040. Il 21 novembre 1’* Orsini scrive al Tanucci: « Sabbato Almada fu dal Papa, ma finora tace con noi. Nondimeno è stato invitato al congresso d’oggi » (ibid.). Il 30 novembre 1769 1’* Azpuru informa nuovamente il Grimaldi che il Papa prende sempre più categoricamente in considerazione la soppressione; ripetendo al Bernis « sus promesas y que liaría más de lo que havia ofrecido » (loe. cit.). ;