180 Clemente XIV. 1769-1774. Capitolo IV. Il Moflino, dovendo in seguito al prolungarsi della cura di bagni del Papa aspettare alquanto tempo la sua seconda udienza, cercò di esplorare il terreno. S’informò esattamente dell’andamento delle trattative anteriori, del carattere del Papa, dei personaggi che dovevano esser presi in considerazione in rapporto allo scopo da lui perseguito. Seppe così dal segretario dei Memoriali, Macedonio, quanto facile fosse il Papa a promettere e quanto volentieri differisse poi il mantenere. Dalla stessa fonte ebbe informazioni precise sull’incapacità di Orsini e Almada.1 Il personaggio di maggior importanza per lui rimaneva dunque il Bernis. Benché continuasse a diffidare di lui, gli manifestò buona parte del suo piano. Era sua intenzione costringere finalmente il Papa a prendere una decisione nella questione dei gesuiti per mezzo di un memoriale, rappresentandogli che ogni ulteriore dilazione sarebbe stata considerata come mancanza di fede e avrebbe sicuramente determinato il pericolo di una rottura aperta tra Roma e Madrid. La Spagna non poteva accontentarsi di una riforma dell’Ordine, e insisteva sulla totale soppressione. Se il Papa avesse continuato a volersi sottrarre agli impegni assunti, metterebbe in giuoco ogni cosa.2 Quanto più si protraeva l’udienza del Moiìino, tanto maggiore diventava l’impazienza di costui. Sulla malattia di Clemente XIV correvano le voci più disparate. Taluni vi scorgevano soltanto un pretesto per tirarsi da parte, e mettevano in dubbio la serietà del male. Ma ciò non era esatto: da buona fonte si era informati che tanto la malattia, quanto la grande paura, che lo faceva sobbalzare a ogni mosca che volava, avevano immerso il Papa in uno stato di malinconia. Gli avversari dei gesuiti, il generale degli agostiniani Vasquez e il cardinale Marefoschi, dichiaravano che lo stato di Clemente XIV era tale, che presto sarebbe soggiaciuto alla morte o a un perturbamento mentale.3 Ma il Monino sentiva così poca compassione per l’infermo, che scrisse allora al Grimaldi di andare ogni giorno più persuadendosi che per far procedere innanzi il Papa occorreva fermezza e una certa violenza, unita talvolta a gentilezza.4 La lettera, con la quale Clemeute, il 20 agosto, 1 Ibid. 45. 2 In questa idea lo confermava il Grimaldi; vedi la sua * lettera del 7 luglio 1772, in cui il Bernis è giudicato molto severamente, dicendosi che aveva usato ogni arte per evitare o almeno per differire la soppressione, che pensava solo al proprio interesse personale, ma che ora avrebbe ricevuto istruzioni precise. Archivio di Simancas, Estado 5108. 3 * Vasquez a Roda, 20 agosto 1772, loc. cit. 4 Lettera del 20 agosto 1772, in Duhr, Aufhebung 447.