96 Clemente XIV. 1769-1774. Capitolo II. più potenti e più insigni del regno, come adatto ad essere un giorno-avvenire l’appoggio della sua propria famiglia, e per tale scopo aveva cercato di legarlo a sè, concedendogli grandi distinzioni e dimostrandogli intera fiducia. Il da Cunha era il solo a cui il ministro si aprisse e che sembrasse contare qualche cosa presso di lui.1 Quanto il da Cunha fosse devoto al governo risulta dall’essersi egli acconciato, durante la rottura con Roma, ad impartire dispense nei gradi di parentela riservati al Papa; come anche dall’avere vilmente taciuto dinnanzi a tutti i soprusi del Pombal, o dall’averli addirittura assecondati con zelo.2 Ciò apparve specialmente nel-, l’aver egli assunto la presidenza della regia commissione di censura (« Beai mesa censoria »),3 la quale esercitava il proprio ufficio in maniera ostile alla Chiesa.4 Gli prestò man forte l’oratoriano Antonio Pereira, del quale il Cardinal Pacca dice che nelle sue opere esaltava con malizia giansenistica l’autorità episcopale allo scopo di deprimere il primato papale e di ridurlo a un semplice titolo onorifico.5 Cortigiano fino all’osso, l’arcivescovo di Evora preferiva abitare la capitale anziché risiedere nella sua diocesi. Più tardi (1771) ottenne dal Papa l’autorizzazione a ciò, a condizione di farsi almeno vedere qualche volta presso il suo gregge, il che tuttavia non avvenne che dopo sei anni, quando si trattò di ricevervi il re. Del resto il da Cunha dimostrò la sua gratitudine al Pombal per i molti benefici ricevutine coll’abbandonare in tempo la nave di lui pericolante.6 L’accoglimento del da Cunha nel Collegio cardinalizio non fu punto l’unica concessione che Clemente XIV dovesse fare: il Pombal chiese dell’altro, e molto. Premuto dal bisogno di danaro, egli mirava a incamerare nel tesoro pubblico le rendite dei conventi ricchi. Fin dall’aprile 1770 l’Almada dovette procurare la soppressione di nove conventi di agostiniani, i cui beni erano destinati a passare al convento francescano di Mafra. I francescani che abitavano quest’ultimo dovevano essere distribuiti in altri conventi del loro Ordine, il convento stesso esser loro tolto e messo sotto il patronato regale, sì che fosse il re a nominarne il priore, il vicario e quattro consiglieri. XelFistruzione impartita alTAlmada è detto 1 Duhr, Pombal 132. - Ibid. 3 Cfr. più innanzi p. 101. 4 Schafer V 453 s. e le osservazioni del Duhr, loc. eit. 65 s. Per il carattere della « Mesa censoria » cfr. la * lettera del Cardinal Segretario di stato Pallavicini al nunzio di Portogallo Muti, del 15 maggio 1777, Nunziat. di Portogallo 187, loc. cit. 5 Pacca, Notizie 70. * Duhr, Pombal 132, 134.