La soppressione dei gesuiti e le Missioni. 307 Propaganda, Borgia, protestò presso il cardinale Zelada contro questo procedimento irregolare, contrario a ogni regola di cancelleria,1 facendo notare al tempo stesso che il Papa, in considerazione dell’importanza della cosa, si era riservato il regolamento degli affari delle missioni. Che se non si avesse avuto riguardo alle condizioni particolari dei singoli paesi di missione, vi si sarebbero potuti produrre disordini e scompigli. Se non si fosse data facoltà ai vicari apostolici di permettere in via provvisoria ai missionari gesuiti di continuare la loro opera, i 23.000 cattolici delle colonie dell’America settentrionale sarebbero rimasti privati di colpo di ogni assistenza spirituale, poiché colà operavano i soli gesuiti. In Inghilterra un terzo dei missionari, colla cura di oltre 100.000 anime, era costituito di membri dell’Ordine soppresso. Nella missione di Scozia, povera di sacerdoti, la perdita di dieci preti sarebbe stata funesta per i 22 000 cattolici i quali, ad onta di tutte le persecuzioni, avevano mantenuto salda la loro fede. Dal momento che nei paesi cattolici si permetteva agli ex-gesuiti di continuare l’attività scolastica e assistenziale, si sarebbe dovuto far loro la stessa concessione per le missioni. Date le manifestazioni molteplici dell’opera missionaria presso le centinaia di migliaia di fedeli affidati fino allora alle cure dei gesuiti, era assolutamente necessario riflettere maturamente e adattarsi alle diverse circostanze di luogo. Il segretario dei memoriali, consultata la commissione per la soppressione e in seguito a un colloquio col Papa, rispose 2 che i pacchi di lettere erano stati rimessi per ordine del Papa, e che Propaganda avrebbe dovuto accompagnarli con un’istruzione, nella quale avrebbe dovuto sì inculcare l’immediata esecuzione del Breve, ma insieme concedere ai vescovi delle missioni la facoltà di impiegare fino a nuovo ordine gli ex-gesuiti in qualità di preti secolari, qualora essi si sottomettessero di buona voglia alle ordinanze pontificie. Il giorno seguente il Cardinal Castelli spedì una circolare in questo senso ai nunzi pontifìci e ai vescovi delle missioni. I missionari avrebbero dovuto dichiarare la propria sotto-missione firmandola di proprio pugno.3 Il nunzio di Bruxelles, ricevuti che ebbe i documenti ufficiali, si affrettò a portare l’ordine pontificio a conoscenza delle terre di missione poste sotto la propria giurisdizione: Olanda, Inghilterra, 1 * « Memoria per l’Em. de Zelada » del 22 agosto 1773, Archivio di Propaganda, Miss. Misceli. V. Vedi sopra p. 241, n. 6. Nel pacco di lettere per il nunzio di Bruxelles si trovavano dei Brevi destinati a vescovi in Albania e nella Russia rossa; ne mancavano invece parecchi per l’Irlanda ® la Scozia. * Ghilini a Borgia, 21 settembre 1773, ibid. 2 * 24 agosto 1773, ibid. 3 Castelli a Challoner, 25 agosto 1773, in Hughes, Documents 602.