Processo contro Ricci. 253 lasciarono distrarre dalla via del dovere. L’Alfani era indignato della lentezza del procedimento;1 accusò l’Andreotti presso il Papa, non senza successo, a quanto pare.2 Nè zelo minore spiegava l’alleato più fedele dell’Alfani, il Moriino, la cui influenza era allora decisiva a Roma,3 e che riuscì a fare ricompensare il cardinale Malvezzi colla nomina a Datario.4 Agli eccitamenti del Mofiino si dovette se il palazzo della duchessa vedova Faustina Capranica Lante, legata ai gesuiti, fu perquisito dagli sbirri ; essendosene essa lagnata ad alta voce, fu rinchiusa in un convento.5 Il precettore dei suoi figli, l’ex-gesuita Benincasa che fu poi vescovo di Carpi, era stato condotto a Castel Sant’Angelo fin dal Natale del 1773.6 Gli interrogatorii furono conchiusi a metà gennaio 1774. Che il loro risultato sia stato tenuto segreto si comprende facilmente percorrendo le domande e le risposte, che furono esattamente notate dal Ricci,7 non già a propria giustificazione, la quale sfera: l’E»10 Casali non per anco si è prestato al bramato congresso: ma io sono sempre pronto », ibid. A proposito dell’installazione dei lazzaristi a Sant’Andrea e del trasferimento dei passionisti ai Ss. Giovanni e Paolo l’Alfani scrive (ibid.): « Per verità il chaos della soppressione gesuitica non mi è stato tanto incommodo e affannoso quanto mi è stato quest’affare con divoti e servi di Dio Signori ». Ibid. 1 * Alfani a Macedonio, 26 novembre 1773 (ibid.): « Mi sento crepare nella lentezza del giudice criminale: io a cacciarle in corpo un poco di fuoco lo chiamai ieri l’altro al congresso. Per dimani gliene ho intimato un altro: in somma faccio colle mani e co’ piedi ecc. ». 2 * Tiepolo al doge, 11 giugno 1774, loc. cit. 3 II Brunati, nella sua * relazione al Colloredo del 22 gennaio 1774 dichiara mirabile la salda unione delle corti borboniche: « danno qui il tuono, tengono tutti in soggezione e rispetto ». Archivio di Stato di Vienna. Cfr. * Tiepolo al doge, 9 luglio 1774, Archivio di Stato di Venezia. 4 * Tiepolo al doge, 26 marzo 1774, ibid. Il Mofiino stesso, nella sua * relazione al Grimaldi del 14 aprile 1774, parla dei suoi « rigorosos oflcios » per Malvezzi, Archivio dell’Ambasciata di Spagna a Roma. Il 16 aprile il Malvezzi diresse al Monino un’ampollosa * lettera di ringraziamento, in cui assicura « che niuna cosa terrà mai sì presente all’animo suo quanto la somma bontà di Sua MtA Catt. » (ibid.). La figura fatta dal Malvezzi a Roma fu misera. Il Centomani, nella sua * relazione al Tanucci del 21 giugno 1774, lo dice « malatto, perseguitato da tutti, inodiato da molti, odioso ai Terziari, poco ben visto dal Papa ». Archivio di Stato di Napoli, Esteri-Roma 1224. Il 5 luglio 1774 lo stesso Centomani * scriveva ancora al Tanucci: « Malvezzi continua a far qui nessuna figura ». Ibid. 5 * Orsini a Tanucci, 25 marzo 1774, scusandosi perchè il palazzo della duchessa era stato perquisito, con tutto che portasse lo stemma del re di Napoli. Ma si era dovuto procedere « presto e segretamente ». Ibid., Esteri-Roma 315/1058; * Tiepolo al doge, 26 marzo e 2 aprile 1774, loc. cit. 6 Boero II2 190. 7 « Processo fatto al sacerdote D. Lorenzo Ricci già Generale della Comp. di Gesù », in Murr, Journal IX 254 ss. e in Boero II2 80 ss.; traduzione francese in Carayon XVII 105 ss. Sul lavorio del Monino prima del pro- cesso vedi Boero II2 79.