432 Appendice. Anche la risposta del Papa, di mano del segretario Nicola Anto-nelli, creato cardinale nel 1757, è conservata nel medesimo Archivio, e suona diversamente dal testo stampato. Roma, 15 settembre 1745. Dilecto Alio Voltaire (Parisios). Benedictus PP. XIV. Dilecte Ali etc. Settimane sono il Cardinale Passionei ci presentò in di lei nome il suo bellissimo ultimo Poema. Monsig. Leprotti ci diede poscia parte del distico fatto da Lei sotto il Nostro ritratto. Ieri mattina poi il Cardinale Acquaviva ci presentò la di Lei lettera dei 17 d’Agosto. In questa serie d’azioni si contengono molti capi, per ciascheduno de’ quali ci riconosciamo in obbligo di ringraziarla. Noi gli uniamo tutti assieme e rendiamo a Lei le dovute grazie per così singolare bontà verso di Noi, assicurandola, che abbiamo tutta la dovuta stima del suo applaudito valore nelle Lettere. Pubblicato il di Lei distico sopradetto, ci fu riferito esservi stato un suo paesano Letterato, che in una pubblica conversazione aveva detto, peccare in una sillaba, avendo fatta la parola hic breve, quando sempre deve esser lunga. In contanti rispondemmo, che sbagliava; potendo essere la parola e breve e lunga, conforme vuole il poeta, avendola Virgilio fatta breve in quel verso: Solus hic inflexit sensus animumque laben-tem, avendola fatta lunga in un altro verso: Baec finis Priami, fatorum hic exitus illuni sorte tulit. Ci sembra d’aver risposto bene e presto, anchorchè siano più di cinquant’anni che non abbiamo letto Virgilio. Benché la causa sia propria della sua persona, abbiamo tanta buona idea della sua probità, che facciamo Lei stessa giudice sopra il punto della ragione a chi assista, se a Noi, o al suo oppositore. Ed intanto restiamo col dare a Lei l’Apostolica Benedizione. Datum Romae ecc. Die 15 Septembris 1745. Minuta, originale di mano di Nicola Antonelli, ibid. 239, 330. Inoltre nel medesimo Archivio si trovai una seconda lettera originale di Voltaire, in diata 10 ottobre 1745. Eccone il testo: Parigi, 10 ottobre 1745. Beatissimo Padre, non vengono meglio figurate le fatezze di vostra Santita, su i Suoi medaglioni, di quello che si vedono espressi lingegno, lanimo e ’1 gusto suo nella lettera della quale S’e degnata donorar mi, ne porgo ai Suoi piedi le più vive ed umilissime grazie. Veramente sono in obligo di riconoscere la Sua infaillibilta nelle decizioni di letteratura si come ne altre cose più riverende; vostra Santita e pili prattica del latino che quel’ critico franceze, il di cui sbaglio s’e degnata di corregere. mi maraviglio come si ha ricordato cosi appuntino del suo Virgilio, tra i lit.terati Monarchi, i più dotti furono sempre i sonimi pontifici, ma tra loro credo che non sene trovasse mai uno uno [sic] che adornasse tanta dottrina di tanti fregi di letteratura. .