404 Clemente XIV. 1769-1774. Capitolo IX. partire il 12 settembre per Castel Gandolfo.1 Ma era destinato che non vi si arrivasse. L’8 settembre, giorno della Natività di Maria, dal quale sono datate e la prescrizione del Giubileo universale per il 17752 e un;> lettera di ringraziamento a Carlo III per avere finalmente definito la questione della nunziatura di Spagna,3 fu decisivo per lui. Poiché il Papa teneva moltissimo a far tacere le voci intorno alle sue sfavorevoli condizioni di salute, si recò in carrozza, accompa gnato dai cardinali Pallavicini e Marefoschi, alle cerimonie religiose di Santa Maria del Popolo. Ma quando vi giunse la sua debolezza era giunta a tal segno, che non fu capace di salire da solo i gradini del trono. Si dovette abbreviare il servizio divino; il Papa, cui l’esaurimento non aveva consentito di prendervi parte alcuna, tornò al Quirinale. Tuttavia decise di andare il giorno seguente a Villa Patrizi; ma durante il percorso non era più in grado di fare a modo il segno della benedizione. La mattina del 30 andò a Santa Maria della Vittoria, dove rispose alle litanie con voce malferma. Una nuova passeggiata fatta nel pomeriggio a Villa Patrizi gli fece male, e nel ritorno fu colto da svenimento. I curiosi che erano soffermati nel cortile del Quirinale poterono vedere il Papa esser tolto dalla carrozza privo di sensi e trasportato in lettiga nella sua camera da letto, che non doveva più lasciare. Essendosi verso sera manifestata la febbre,4 il medico curante Adinolfi 5 ordinò un salasso. Intanto era accorso il Cardinal Pallavicini, il quale ordinò all’Adinolfi, benché il Papa non volesse saperne, di chiedere l’assistenza di un medico di gran fama, il Saliceti. Dopo che, durante la notte, una crisi di traspirazione ebbe arrecato un certo sollievo all’infermo, l’Adinolfi condusse al mattino il Saliceti al capezzale del Papa, il quale era quasi senza febbre e rispose con calma a tutte le domande del nuovo medico. Il Saliceti dichiarò di non riscontrare alcun pronostico infausto, e che anzi era da sperarsi nella guarigione; ma l’infermo doveva contribuirvi, ban- 1 * F. Sanseverino a Tanucci, 9 settembre 1774, Archivio di Stato di Napoli, Esteri-Roma 392/1137; relazione dell’inviato di Lucca, 10 settembre 1774, loc. cit. 387; * Tiepolo al doge, 10 settembre 1774, Archivio di Stato di Venezia, Ambasciatore Roma 291. s Cfr. le allocuzioni del 18 aprile e 6 maggio 1774 in Theiner, Epist. 302 305, e il Breve del 14 maggio 1774, Bull. Cont. V 724 s. 3 * Monino a Grimaldi, 8 settembre 1774, loc. cit.; Theixer, Epist. 325. 4 * Relazione del Centomani del 13 settembre 1774, nell ’Appendice no. 11 /• Il Tiepolo * scrive il 10 settembre 1774: « Il Papa è caduto in deliquio in villa Patrizi ». Archivio di Stato di Venezia, Ambasciatore Roma 291. 5 Nelle Lettres contenant le journal d’un voyage fait à Home en 1773 II» Genève 1783, 56 è detto dell’Adinolfi che passava per uno dei « plus ignares de' Rome ».