Angustie del Papa . 121 Il Bernis del resto non aveva aspettato il nuovo ordine, ma lìn dall’ll agosto 1769 aveva pregato il Papa, in una nota confidenziale, di fissargli un giorno nella settimana in cui potesse parlare a Sua Santità, essendo ciò preferibile ai rapporti per via indiretta. Clemente. XIY, come si è visto, aveva fatto sapere al cardinale, per calmare l’impressione suscitata dal Breve del 12 luglio, che presto sarebbero comparsi altri due Brevi destinati a umiliare l’orgoglio dei gesuiti, e il Bernis credette che a Madrid ci si sarebbe accontentati di ciò e si sarebbe compreso che il Papa doveva pur aver riguardo a quei sovrani cattolici i quali avevano affidato ai gesuiti università, seminari e missioni. Questa sua convinzione era confortata da un dispaccio di cui l’Azpuru gli aveva dato conoscenza, secondo il quale il suo governo avrebbe dato tempo al Papa. Poiché anche lo Choiseul gli scriveva che Carlo III era soddisfatto di lui, il Bernis non ritenne che il termine di due mesi, stabilito nell’istruzione del 7 agosto, fosse da prendersi alla lettera. Credeva di poter finire coll’accontentare la Spagna senza ricorrere ai mezzi estremi.1 Il disgraziato Clemente XIY si trovava intanto in mille angustie: la sua paura dei gesuiti e dei loro amici era cresciuta a tal segno, che aveva preso delle precauzioni contro viri avvelenamento ! L’Azpuru informò il suo governo che il generale dei gesuiti Ricci traeva da questa paura la conclusione che non si sarebbe arrivati alla soppressione.2 II timore di avvelenamento, che si ripetè più tardi, era deriso dallo Choiseul e da Federico II. Il primo scriveva al Bernis: « Per quanto la Compagnia di Gesù possa essere pericolosa e intrigante, non è certo composta di avvelenatori ».3 II Papa vedeva anche con dispiacere che la questione della soppressione fosse trattata in vari scritti, nei quali spesso comparivano opinioni singolari. Due gesuiti di Pesaro si erano lasciati andare a esprimere l’avviso, in una memoria Considerazioni sulla condotta delle corti borboniche contro i gesuiti dal tono fortemente polemico, che il Papa non aveva affatto il potere di sciogliere l’Ordine. Ciò non poteva che irritare Clemente XIV, ed è del tutto comprensibile che egli abbia proibito quello scritto. 4 Di grande imbarazzo era causa altresì la circostanza che non solo l’Austria e la Sardegna, ma anche la Prussia e la Russia non volevano saperne della soppressione. 1 Ibid. 367 s.; Masson 152. 2 * Azpuru a Grimaldi, 24 agosto 1769, loc. cit. 3 Thejnee, Hist. I 554. Cfr. Drim, .Jesuitenfàbeln 73. 1 Vedi oltre a Tiieiììer (Et'si. I 382) la * lettera del Bernis all’Azpuru 'lei 19 agosto 1769 (deve dar comunicazione al Papa della pubblicazione fatta a Pesaro dai gesuiti Franchini e Stefanucci), Archivio dell’Ambasciata di Spagna a Roma, e la* lettera dell’Azpuru al Grimaldi del 24 agosto 1769, ibid.