VINETIANA LIB. VI. 4§7
Repub lica fi pojfa forfè defi derare migliore fortuna, ynanon 1528 già a quefto Senato prudenza maggiore.
  Havevano quefte parole fatta ne gli animi de’ Senatori grande fofpenfione di animo, benche ne i più pareife prima fermata diverfa opinione ; onde Luigi Mocenigo Ca- l*# m». valiere, che era uno deJ principali del Collegio, da’qua* '"'f
li	veniva propoilo al Senato di licentiare con efprefla ne-	•
gativa il Noncio del Pontefice , latito nell’ arringo coft rifpofe .
   J"e noi regolar vorremo /’ opinioni , & i penfieri nofìri
                                                                                                   Sua cratif-
fecondo le varie interpretationi, che poffano e ¡¡ere loro date, •
& non fecondo la ragione j con tanta diverfità , & incertezza converremo pi'oc e dere in tutte le cofe , che ciò non fa- ■ ria altro, che fare il cafo guida de nofìri configli \ Ma per certo tali, & cofi fatte fono fiate /’ attioni nofire , tale ,
& cofi palefe l intensione verfo il ben commune , & particolarmente verfo la Sede Apoflolica „ che non fi può dubitar con ragione della nofìra fede , & fimcerità . Habbia-mo noi forfè tolte con violenta le città di Cervia , & di Ravenna , ò levate quelle dall' ubbidienza della Chiefa, per fottometterle al nofiro dominio ? non è cofa palefe che noi ricercati d aj ut i dal Governatore di Ravenna , fòco- ?,afr*r*~ nofcendo il pericolo, nel quale era quella città confìituita , di cadere nelle mani de gli Imperiali, a tempo, che eravamo opprefft da tante altre fpefe , ci rifolvemmo di mandarle ajuto prima di danari, & poi di foldati ? & alla fine perche le cofe paffaffero di dentro con maggiore quiete,
& che i difordini interni non accrefceffero gli efìerni pericoli , cofi richiedendo la città fieffa per fuo efpre(Jo Amba-fciatore, cofi consentendo il Legato Àpofìolico , vi mandammo un nofiro Magifìrato , perche ritenere maggiore autto-vità , & meglio attender potefl’e alla confervatione della città . L ifltjf0 » & quafi nel ifieffo modo avvenne della città di Cervia. Se di quefie operai ioni, diche meritiamo laude y ci fi vuole ejfer dato biafimo, che altro fi può dire, fe non , che la innocenza non può efser fempre ficura dalla malignità de gli buomini ? Hora mo fe pare ad alcuni y che
                                                      per