Circospezione e segreto nelle trattative. Ili indietreggia invece di avanzare. La saggia facoltà di discernimento-dell’Em V., è una sicura garanzia della Sua condotta, ed è da augurarsi grandemente che gli inviati di Spagna e di Napoli la prendano a modello».1 Questa istruzione non potè giungere a Roma prima del !) luglio 1769. Il 5 il Bernis aveva informato lo Choiseul di avere avuto due giorni prima un colloquio col Cardinal Orsini e coll’Azpuru allo scopo di portare un po’ di ordine e di concordia nel procedimento che tanto interessava le tre corti. L’Azpuru gli aveva assicurato di voler « mostrare la stessa condiscendenza pei i miei consigli » che per quelli dell’Aubeterre; gli aveva perfino mostrato un dispaccio che gli prescriveva tale condotta. Se, come era da supporsi, il Cardinal Solis non fosse stato incaricato della rappresentanza degli affari di Spagna, egli, Bernis, avrebbe avuto l’influenza preponderante in tutti gli affari riguardanti in comune le tre corti. Nello stesso senso si era espresso l’inviato portoghese. Si poteva contare altresì sul Cardinal Orsini, il quale peraltro aveva la cattiva abitudine di riferire al Tanucei perfino le minuzie più insignificanti che gli venivano comunicate e di dar troppo peso a tutto quello che gli si diceva, da qualunque parte venisse. Il Bernis seguita riferendo di un colloquio avuto da lui, Orsini e Azpuru coll’Almada, il quale sembrò aver compreso la necessità di condurre le trattative con grande circospezione e con rigoroso segreto. « Cercheremo in comune di propalare diversi pretesti per i nostri colloqui a quattr’occhi col Papa; il più semplice sarebbe, a mio modo di vedere, quello di far credere che oggetto dei nostri colloqui col Papa sono le questioni di Parma, Benevento e Avignone ». * Il 13 luglio 1769 il Bernis riferiva intorno a un colloquio avuto col generale degli agostiniani, uno spagnolo iniziato ai segreti del gabinetto di Madrid: questo nemico dei gesuiti era anch’egli persuaso della necessità di un’estrema circospezione e del massimo segreto nel trattare la questione della soppressione e pensava che essa non dovesse passare per le mani di molta gente. Egli credeva che l’imprevidenza e la scarsa capacità dell’inviato portoghese Almada, l’imprudente vivacità del Cardinal Orsini e le cognizioni poco estese dell’Azpuru facessero sì che il Bernis fosse male appoggiato. Il generale lo aveva inoltre avvertito che nel suo entourage si trovavano degli emissari dei gesuiti. Nel corso ulteriore della conversazione il cardinale era riuscito a scuotere la convinzione del generale, che corressero trattative segrete tra il Papa e la corte spagnola attraverso Manuel de Roda e il confessore di Carlo III.? 1 Theiner, Hist. I 355 s. 2 Ibid. 354. 3 Ibid. 356.