Documenti inediti e comunicazioni di archivi. 463 funzioni. Nel dì poi di Pasqua, celebrando stiede contro il suo costume così strano sull’altare, che arrecò ammirazione, e scandalo: di che se ne avvide poi, e disse, che gli era sopravenuto un doloroso ratto in testa. Per li 14 Luglio si ritirò col motivo di passar l’acqua; ed allora, dicesi, aver scritto in Romagna ad un medico suo conoscente, partecipandogli sotto alto secreto il sospetto, che avea di veleno; e devonsi ritrovare le lettere risponsive; dispiacendo al medico d’essere trascorso molto tempo, l’insinuava a procurar di sudar molto, potendo esser questo l’unico rimedio di liberarsene, se pure giungeva in tempo. Quindi nacque la costanza del Papa di volere in ogni modo artificiale promovere il sudore. In Agosto si portò il Papa dal P. Paolo Passionista decrepito, e di vita esemplare; li manifestò tal suo timore, e li richiese informazione della Bizzoca di Talentano: il detto Padre contìrmò il Papa nel buon concetto della Bizzoca come donna semplice; e rispetto lai d° timore soggiunse, che li soprastàva un gran fosso ben difficile a superare: perturbato il Papa, interruppe ogni altro discorso e ne partì. Altre lettere nell’istesso mese pervennero da Germania agli Aggenti di sollecitare le spedizioni, dovendosi dubbitare della morte del Papa in Settembre. Tutto ciò è preceduto alla di lui morte: seguono ora gli altri posteriori argomenti. Nell’ultima notte di Mercordì, stando in perfettissimi sentimenti, pure dal suo corpo esalava intolerabile fetore in modo, che molti non poterono restarvi, e solamente persistè il P. Generale dei Conventuali a raccomandargli l’anima. Nel Venerdì mattina fu fatta l’apertura del cadavere, e si ritrovò dallo esofago fino alle pai’ti inferiori una incrostatura nera, che radevasi lasciandovi una superficie biancastra, il solo ventricolo si rinvenne intiero, e putrefatti li polmoni. Per la puzza molti se ne partirono, e li Professori non poterono con diligenza eseguire l’operazione, poiché le carni appena toccate cadevano a pezzi e le giunture tutte si slogavano; furon poste in una vettina inverniciata le viscere; da li a poche ore crepò da vettina: e quantunque imbalsamato il cadavere, anche si putrafece in modo, che l’incassarono. Ne fu dato l’avviso alli Card1 Capi d’Ordini, li quali per non esservi stato verun esempio, che non rimanesse il cadavere del Papa esposto alla vista del popolo, ordinarono, che con nuovi balsami si procurasse di conservarlo per lo trasporto in S. Pietro. Così fù eseguito, e nel rimbalsamarlo restavano tra le mani non solo li capelli, ed ugne, ma le dita e parte della carne putrefatta. Fù fatta la maschera nel volto, e tutto il resto dello scomposto corpo restò ricoperto dagli abiti sacri stando ben infasciato per non andarsi disseminando; lasciò per altro nella strada intollerabile puzza nel Sabato sera, che fu trasportato, e giunto nella cappella Paolina furon subito fatti gli atti della ricognizione, e immediatamente per necessità incassato; e così nella se-quente mattina di Domenica fù esposto in Chiesa, ed in questa sera sarà seppellito. Altro fatto si addita che il sottocredenziere, a cui toccano gli awanzi della tavola del Papa, per averli mangiato in quei giorni della Settimana Santa in S. Pietro, principiò dal detto tempo a patire una emaciazione, la quale crescendo l’avea ridotto un puro scheletro, e soffrendo quasi li medesimi sintomi del Papa, domenica sera dicesi de-fonto. Da tutto ciò il Popolo si hà indotto a credere, che ambi siano