64 Clemente XIV. 1769-1774. Capitolo I. parlato della soppressione in modo da fare risaltare chiaramente la sua intenzione di regolarsi secondo la volontà del re di Spagna.1 La questione, se prima della sua elezione Clemente XIV si sia impegnato a sopprimere la Compagnia di Gesù, è stata in passato intensamente dibattuta.2 IlTanucci sembra esserne convinto.3 Ma egli era a Napoli, lontano dal conclave; coloro invece che ad esso hanno partecipato da vicino non sanno nulla di un simile patto simoniaco. Sono state riportate sopra le parole dell’Azpuru che smentiscono esplicitamente l’esistenza del patto, e il giorno stesso dell’elezione egli scriveva al Grimaldi che l’Orsini e i cardinali francesi si erano opposti ostinatamente a proposte di tal fatta, e che egli stesso, benché avesse combattuto il loro punto di vista, non era riuscito a convincerli.4 È vero che il Solis, a fine giugno 1769, parla di trattative separate col Ganganelli prima dell'elezione, dalle quali egli aveva riportato la certezza che le richieste che la corte di Spagna si proponeva di presentare al nuovo Papa avrebbero avuto successo presso di lui.5 Ma di qual genere siano state queste trattative si desume dalle informazioni date dal Bernis: non si era trattato della promessa formale di sopprimere l’órdine. Infatti, in un rapporto del 26 luglio 1769, il Bernia racconta che, ricevuto in udienza da Clemente XIV, questi si espresse con lui nel modo già tenuto al tempo dell’elezione; in via confidenziale aggiunse che gli era stata fatta allora la proposta di mettere per iscritto la sua opinione intorno alla soppressione, ma che egli si era limitato a rispondere che, dietro osservanza delle prescrizioni canoniche, la riteneva possibile e perfino utile.6 Due giorni più tardi il Bernis scrive, a proposito dei due cardinali spagnoli: « Il documento che essi hanno fatto sottoscrivere al Papa non è affatto impegnativo, il Papa stesso me ne ha detto il tenore verbale ».7 Quando gli spagnoli accusarono il Bernis di 1 Danvila y Collado III 330 s. 2 II .Masson (p. 106, n. 2) e il Saint-Priest (p. 77) lasciano impregiudicata la questione. GS-li storici più recenti negano, a eccezione del Crétineau-Joly, l’esistenza di un patto simoniaco. Il Ravignan (II 368) mostra che sono proprio i gesuiti o ex-gesuiti quelli che respingono questa calunnia; sola eccezione il Georgel (Jlem., I 123; Theiner, Hist. I 265 s.), uscito dall’Or-dine fin dal 1762 (prima ancora dell’espulsione dalla Francia). Secondo il Masson, loc. cit., anche il Carayon avrebbe creduto al patto simoniaco; ma il Carayon stesso scrive (Documents inédits, Introd. p. xxiv); « Les fils de la s. Église n’accepteront jamais la gratuite hypothèse d’un Pape simoniaque ». 3 * « Il Papa promette l’estinzione nel conclave e nei primi giorni del suo pontificato». Tanucci a Grimaldi, 31 ottobre, Archivio di Si-ma n c a s , Estado 6102. 1 Azpuru in Danvila y Collado III 327. 5 Ibid. 337, n. 1. 6 * A Choiseu], 26 luglio, Archivio di Simancas, Estado 5036. 7 Allo stesso, 28 luglio, in Carayon XVII 202; Masson 107.