Moñino ambasciatore presso la S. Sede. fessore del re, il francescano Osma, ne rimasero molto malcontenti, temendo, non senza ragione, che la loro influenza, che era stata molto grande fino allora, ne sarebbe rimasta menomata.1 Anche l’uditore della nunziatura di Madrid ne rimase penosamente impressionato, e nel suo rapporto del 24 marzo 1772 al cardinale Segretario di stato fece un ritratto a fosche tinte del nuovo ambasciatore, la cui nomina suonò come una dichiarazione di guerra. « Conosco l’uomo » scriveva egli « e lo spirito che lo anima, e so quanto egli sia avverso a Roma e come si dia l’aria di essere profondamente religioso tenendo un contegno dolce, amabile e modesto, mentre in realtà è ostile a Roma, all’autorità pontificia e alla giurisdizione ecclesiastica ». Il nunzio riporta a questo prò ■ posito una serie di pareri dati dal Monino, donde risultava che il nuovo ambasciatore era estremamente astuto, abile, maestro nell’arte di simulare, e che aveva lavorato con straordinaria attività per la distruzione dei gesuiti, rimanendo incerto se egli agisse piuttosto per convinzione, per odio o per il proprio interesse.2 Che lo scopo principale della missione del Mollino fosse la soppressione dei gesuiti, l’uditore lo apprese dal Grimaldi stesso,3 e Carlo III scrisse anche al Tanucci in questo senso.4 L’istruzione del Monino, datata da Aranjuez 5 maggio 1772, fu compilata dal Grimaldi, il quale aveva perduto ogni fiducia nella sincerità di Clemente XIV.5 Essa prescrive al Monino di trattare quattro questioni: 1. La soppressione dei gesuiti. 2. La conclusione del processo di beatificazione del Palafox. 3. L’organizzazione definitiva della nunziatura di Madrid. 4. La limitazione del diritto di asilo. Il primo punto, è detto nell’istruzione era il più difficile, ma il più importante a giudizio del re; si doveva procedere in esso d’accordo cogli altri inviati borbonici. 6 Quest’ultima istruzione fu data benché il Grimaldi, a sua stessa confessione, non si fidasse nè del Bernis nè dell’Orsini, in quanto ecclesiastici.7 1 * Vincenti a Pallavicini, 24 marzo 1772 (anche il Roda è malcontento); il 31 marzo * scrive che il Moñino è odiato dai suoi colleghi. 2 Tiieiner, Hist. II 209. 3 * Vincenti a Pallavicini, 24 marzo 1772, loc. cit. 1 Pacheco t de Leyva 40. 5 II 28 aprile 1772 il * Grimaldi scriveva al Fuentes che il Papa in realtà non voleva assolutamente la soppressione, nonostante le molte promesse fatte; la causa Palafox doveva servire soltanto a gettar polvere negli occhi; dopo, si sarebbe chiesta l’approvazione di tutti i principi, e finalmente si sarebbe venuti a una riforma dei gesuiti e a una diminuzione dei loro privilegi. Archivio dell’Ambasciai a di Spagna a Roiùa. 6 * « Instrucción para Don Joseph Moñino », datato da Aranjuez, 5 maggio 1772, ibid. 7 Nella * minuta dell’istruzione per il Moñino (Archivio di Simancas, Estado 5108) vi è aggiunta in prima pagina un’osservazione secondo la quale Bernis e Orsini, in quanto ecclesiastici, sono dichiarati sospetti nella fedeltà verso i loro principi.