352 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 7 c. Addì 14 febbraio 1564 furono redatte le necessarie lettere agli inviati imperiali in Eoma, 1 al Cardinal Morone ed al papa. 2 Già ai 5 di febbraio Alberto V aveva fatto sua coi cardinali Morone •e Borromeo e l’inviato Arco la causa dell’imperatore.3 Nella lettera al papa Ferdinando dice che il suo zelo per la Chiesa lo aveva indotto a chiedere al concilio il calice, non per amore di vantaggi temporali, o perchè egli personalmente si scandalizzasse dell’uso fino allora seguito, ma perchè colla concessione del calice sarebbe resa possibile la conversione di molti caduti ed erranti ed avviato il ristabilimento dell’unità ecclesiastica. Avere poi continuato a trattare con prelati e ministri ecclesiastici come col duca Alberto, i quali avrebbero lodato l’intenzione dei principi e promesso di «seguire ciò che il papa stabilirebbe. Fidando nei cenni di Morone e di Borromeo e nelle dichiarazioni di Delfino presentare ora in nome proprio e del duca Alberto la sua preghiera che il papa venga in aiuto alla nazione tedesca, ciò che a giudizio di molti assennati cattolici può avvenire mediante la concessione del calice: l’inapprezzabile utilità di questa essere manifesta a tutti. Dopo accurata riflessione con pii e dotti conoscitori delle condizioni tedesche richiamare l’attenzione sul fatto che a conservare le poche reliquie della religione cattolica ed all’estirpazione delle eresie molto contribuirebbe il lasciare le donne ai preti ammogliati e l’ammettere là dove regna mancanza di preti, laici idonei al servizio dell’altare ed all’amministrazione dei sacramenti. Questo egli domandare in nome suo e d’Alberto. In una poscritta l’imperatore esprime la sicura speranza che sarebbe soddisfatto senza indugio il suo desiderio. La lettera a Morone raccomanda al cardinale particolarmente la questione del matrimonio dei preti, poiché la comunione sotto ambedue le specie certo non farà molte difficoltà. Nell’istruzione agli inviati imperiali si fa il nome dei vescovi, ai quali Ferdinando desidera sia impartita facoltà di concedere il calice: erano gli arcivescovi di Magonza, Treveri, Colonia, Magdeburgo, Salisburgo, Brema, Gran, Praga ed i vescovi di Naumburg e Gurk. 1 Quel nunzio senza carattere era andato sì avanti nell’ossequio verso l’imperatore che aveva abbozzato lui stesso tutte tre le lettere: 6 Nessuna meraviglia, che dopo parecchie altre prove di devozione Delfino raggiungesse per la mediazione imperiale la mèta sì ardentemente agognata del cappello cardinalizio, ma altret- 1 Steiniiekz IV, 36 ss. Cfr. Zeitschr. des Bergìschen GeschùMsvereins XXXIlb 141 ss. 2 Raynald 1564, n. 29 s. 3 Presso Saftien 78 s. 4 Steinherz IV, 39. 5 Ibid. 40, 47.