216 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 5 b. quotidianamente commessi. Il Signore istituì questo sacrifìcio offrendo al Padre la sua carne e il suo sangue sotto la specie del pane e del vino, porgendolo a gustare agli apostoli, che allora costituì sacerdoti, e comandando loro come ai loro successori di fare ciò in sua memoria. Nel sacrifìcio della Messa viene incruente-mente offerto il medesimo Cristo che cruentemente si offrì sulla croce. La Messa è quindi un vero sacrifìcio espiatorio, pel quale i fedeli acquistano i frutti del sacrifìcio della croce, il cui valore pertanto non ne viene pregiudicato. La Messa in conseguenza viene offerta non solo pei viventi ma anche per le anime che stanno nel Purgatorio. Se celebra Messe ad onore e in memoria dei Santi, la Chiesa insegna però che non a questi, ma a Dio solo si offre un sacrifìcio. Per la degna celebrazione della Messa la Chiesa ha stabilito fin dall’antichità il canone, che non contiene errori di sorta. Insieme conforme alla tradizione apostolica ha circondato di cerimonie la offerta del sacrificio. Non pare opportuno al concilio che la Messa sia universalmente celebrata nella lingua del paese. Finalmente esso rigetta tutti gli errori opposti, quelli in ispecie che si dirigono contro il carattere di sacrificio. Il decreto di riforma dà prescrizioni per la degna celebrazione del santo sacrificio ed ordina ai vescovi di eliminare tutto ciò che susciti l’apparenza di cupidigia delle ricchezze od è superstizioso o eccitatore di scandalo.1 Piena unanimità si ebbe soltanto pel decreto che stabiliva al 12 novembre la prossima sessione per la discussione relativa ai sacramenti dell’Ordine e del matrimonio. 2 Nessuno presentiva che in luogo dei due previsti sarebbero scorsi 10 mesi prima che finalmente potesse tenersi un’altra sessione. b. Dopo che ebbe ricevuto i decreti della 6a sessione Pio IV teneva quasi quotidianamente congregazioni, nelle quali discute-vansi riforme.8 11 concilio invece s’inoltrò nelle difficili discussioni sul sacramento dell’Ordine. In primo luogo i legati ai 18 di settembre del 1562 sottoposero all’esame dei teologi 10 articoli, che contenevano le opinioni dei novatori religiosi su questo oggetto ; 1 Sui numerosi abusi, che nel corso del tempo s’erano infiltrati nella Messa, v. la classica opera di A. Franz, Die Messe in deutschen Mittelalter, Friburg 1902. 2 Cfr. Theiner II, 130-132; Palla vicini 18, 9. Sulla soddisfazione di Pio IV pel risultato della sessione v. la lettera di Borromeo del 26 settembre 1562 presso Susta III, 12 s. 8 Vedi Sickel, Konzil 390.