64 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 2. varia attività, fino a che finalmente fu sicuro della porpora. Questa dignità però non gli fu data che allorquando Paolo III compì l’ultima sua creazione cardinalizia, l’8 aprile 1549.1 Medici, che dall’autunno 1548 risiedeva quale vice-legato dell’Umbria a Perugia,2 si recò ora a Roma, ove ebbe quale titolo S. Pudenziana. Fra i congratulatori fu anche il duca di Firenze, che esortò il nuovo cardinale ad assumere l’arme della sua casa.3 Nel conclave seguito alla morte di Paolo III Medici stette col partito imperiale e cooperò decisamente all’elezione di Giulio III. Il nuovo papa gli concesse la propria fiducia e lo fece partecipare ai lavori preparatorii per la riforma del conclave.4 Durante la guerra per Parma nell’estate del 1551 Medici si trattenne come legato presso l’esercito papale, mentre il fratello Gian Giacomo era comandante di truppe degli imperiali. Alla fine dell’anno il cardinale legato stesso, a quanto pare, provocò il proprio richiamo dal difficile posto. L’imperatore si addimostrò grato : nel 1553 Medici ottenne il vescovado di Cassano, tre anni più tardi quello di Foligno.6 In virtù delle sue cognizioni in diritto canonico Medici godeva di grande credito fra i suoi colleghi. Col cardinale Saraceni fu stabilmente prefetto della Signatura gratiae, rappresentò spesso il Puteo nella Signatura iustitiae. Non sostenne però in Curia una parte di grande importanza. L’opinione pubblica nove-ravalo fra i cardinali di secondo ordine, il popolo chiamavaio pertinacemente « Medichino », come se il celebre nome Medici non fosse per lui.9 Il cardinale aveva la sua abitazione al palazzo Fieschi, e possedeva una vigna fuori porta S. Pancrazio.7 Qui come là egli si vedeva volentieri dattorno dei letterati. Politica-mente continuò ad attenersi al partito dell’imperatore, dal quale tirava una pensione: 8 mai però si mise fuori in modo aspro e trattava anche coi partigiani di Francia affatto amichevolmente. Era del suo naturale altrettanto poco impegnarsi verso una qual- 1 Cfr. il nostro vol. V, 634. 2 Vedi Susta loc. eit. 29, n. 4. Cfr. il nostro vol. V, 221, n. 3. I Grigioni avevano impedito nel 1548 che ottenesse il vescovado di Como; vedi Wymann 25 s. 3 Girol. Soranzo 67 s. Cfr. Müller 233. 4 V. il nostro vol. VI, 6, 31, 111. Cfr. Susta, Pius IV. 31, 36. 6 V. il nostro vol. VI, 93 ; Susta 32-35. Un buon numero di lettere del Medici a Ferrante Gonzaga sulla guerra di Parma presso Campori, chi lettere inedite di sommi pontefici, Modena 1878, 16 ss. 6 Cfr. Müller 234 s.; Susta 35. Susta giudica rettamente le condizioni di fatto. L’aneddoto della profezia del pontificato fattagli dal giovane Silvio Anto-niano (N. Erythraeus, Pinacotheca 37 ; cfr. Cancellieri, Possessi 109), col quale Ranke (Päpste I6, 205) comincia la sua narrazione del pontificato, è acconcio a sviare il lettore. 7 V. il nostro vol. VI, 266 e Susta 38. 8 V. Venezianische Depeschen II, 432.