520 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 9 a. vare difficoltà e nello stesso tempo presentavansi continuamente nuove pretese. Oltre alla vendita dei feudi ecclesiastici, che doveva produrre un milione di ducati, la Spagna voleva un’imposta su tutti i benefici ecclesiastici, la proroga per altri 5 anni dell’imposta per la flotta e la sua estensione a Napoli e Milano.1 Tali pretese come in generale tutto il contegno di Filippo II dimostravano chiaramente il rovescio della medaglia del suo zelo non di rado ostentatamente accentuato per la Chiesa cattolica, che precisamente egli cercava in ogni modo di rendersi utile e di usufruirne ai suoi scopi. I dissapori conseguentemente sempre più accumulantisi dovevano finalmente condurre ad aperta rottura, ciò che invero avevano ritenuto impossibile persino assennati osservatori a causa della molteplice dipendenza mutua delle due potenze. 2 Se in principio fu tuttavia evitato l’estremo, lo si dovette alla abile condotta di Alessandro Crivelli nominato nunzio spagnuolo nel novembre del 1561. Colla nomina di questo diplomatico Pio IV aveva visibilmente dimostrato la sua buona volontà verso Filippo II perchè Crivelli, milanese di nascita, era lealmente devoto alla causa spagnuola, ed altrettanto avveduto che modesto e amabile.3 Un uomo di tutt’altra indole aveva scelto Filippo II a suo rappresentante in Eoma nella persona di Francisco Vargas, un casti-gliano genuino. Vargas aveva molte eminenti qualità, principalmente profonda pratica degli affari e vaste cognizioni in teologia e diritto canonico, ma era quanto mai inadatto alla funzione di diplomatico per il suo naturale albagioso, arrogante e brusco. Egli non conosceva misura nel suo zelo pel servizio del re cattolico. Era sua massima far apparire dappertutto lo spietato spagnuolo, or come egli stesso dice, mostrare i denti al papa. E con tutto ciò l’ambizioso si cullava col pensiero di ottenere la porpora ! 4 Colla maggiore importunità egli voleva in tutto far adottare al capo della Chiesa il suo parere, 5 che considerava l’unico profittevole per la Chiesa. In contraddizione coi suoi sentimenti rigidamente ecclesiastici, zelo indiscreto lo deviò ripetutamente a ledere il rispetto dovuto al papa e ad appigliarsi a mezzi molto mondani in questioni ecclesiastiche. Aggiungasi che si dimostrava deciso partigiano dei Farnese. Nessuna meraviglia quindi che sin dal prin- 1 Vedi Giac. Soranzo 149. 2 Vedi Girol. Soranzo 108 s. 3 V. Corresp. dipi. I, xxxm s. 4 V. l’egregia caratteristica di Vargas data da Constant, Bapport 367 s., ove è fatto uso di numerose relazioni tratte dall’archivio di Simancas. Cfr. anche sopra, pp. 18, 27 s., 54 s. 5 Un esempio significativo è il suo tentativo di voler prescrivere al papa chi dovesse ricevere in udienza. V. * Avviso di Roma del 2 marzo 1560, B i ' blioteca Vaticana.