280 Pio IV. 1559-1565. Capitolo la. Pio IV completò a questo riguardo l’attività del sinodo ; 1 nello stesso tempo estese il dovere di fare la professione di fede e la promessa di obbedienza ai superiori degli Ordini ed in un’altra costituzione emanata contemporaneamente ai professori di università ed ai laureandi dottori. 2 Nei secoli xvn e xvm la professione di fede tridentina fu prescritta in ambito ancor più esteso. 3 Il concilio non aveva potuto compiere alcuni lavori, come la revisione dell’indice dei libri proibiti, l’edizione di un catechismo, la riforma dei libri liturgici più importanti, e perciò nell’ultima sua sessione ne raccomandò l’esecuzione alle cure della Sede Apostolica. 1 I più progrediti erano i lavori per il riordinamento dell’indice. 5 Già Paolo IY aveva dovuto sperimentare che non riusci -vasi neppure in Italia ad attuare l’eccessivo rigore delle sue proibizioni di libri. 6 Già nel 1559 le stampe del suo Indice contengono il principio d’una mitigazione delle più dure disposizioni 7 ed al cardinale Ottone Truchsess che lagnossi dell’opprimente severità delle proibizioni di libri fu data un risposta tranquillante. 8 Sotto Pio IV continuarono le querele sull’indice del suo predecessore ; 9 del resto subito dopo la sua esaltazione al trono il papa era già risoluto di non sottrarre senz’altro all’uso almeno quei libri di autori eretici, che trattassero d’oggetti indifferenti sotto il rispetto religioso. Sei marzo del 1560 egli si espresse in questo senso col 1 Bolla Iniunctum nobis, stampata nella edizione del concilio tridentino. 2 In saorosancta del 13 novembre 1564, Bull. Borri. VII, 523 s.; cfr BiCC’i, Boccapaduli 364 n. La bolla fu provocata da Canisio e Possevino, che sollevarono lagnanze sulle sventate promozioni di protestanti ad opera di università italiane; vedi Canisii Epist. IV, 653 s,. 688. Sulla difficoltà di attuare la bolla in università tedesche, ibid. 790. Cfr. Knopfler, Kelchbewgung 208; Holden, La profession de joi à Fribourg au 16 siede, Fribourg en Suisse 1898 (dissertazione). V. anche Moiinike, TJrkumdl. Geschickte der sog. Professio fidei Trident, und einiger enderer röm.-kathol. Bekenntnisse, Greifswald 1882; Brügi, Gli scolari dello Studio di Padova nel cinquecento, Padova 1903. 3 V. Kirchenlexikon di Friburgo V2, 683 s. 4 Sess. 25 Contin. 5 Per l’apprezzamento della proibizione deilibri cfr. Ilist.-pol. Blätter XXXVII (1856), 561 ss. 6 Sugli imbarazzi derivati dall'indice di Paolo IV, cfr. Susta I, 17; Canisii Epist. II, 377, 425, 444 s., 450; Hilgers 198 ss., 488 ss. 7 Cfr. il nostro vol. VI, 491. 8 Canisio a Lainez, 27 maggio e 6 agosto 1559, Canisii Epist. II, 425, 500. 8 Susta I, 17 s. Ai 25 d’agosto del 1560 con un breve speciale a lui (stampato presso Wirz, Quellen zur Schweizergcschichte XXI, 379; cfr. Susta I, 19) Pio IV scusò 1 errore, per cui era entrato nell’indice l’umanista Loriti Glareano. Egli deplora 1 imprecisione dei redattori dell'indice, soggiaciuti alla fragilità umana, attesta volentieri che computa il Glareano fra i cattolici e che nessun sospetto su di lui fu riferito a Roma. La Santa Sede ama tutti i suoi figli, doctos vero ho-mines, hoc est tui similes, etiam eximie diligit.