Imbarazzo di Elisabetta, per la missione di Martinengo. 427 glese.1 Pio IV gli fece allora comunicare, che trattavasi semplicemente di un invito al concilio2 e tuttavia Filippo scrisse in aprile in Fiandra, che si impedisse la partenza di Martinengo verso l’Inghilterra.3 La lettera però non ebbe più effetto alcuno sul corso delle cose: invece, secondo il giudizio della governatrice le trattative di de la Quadra a Londra erano già troppo riuscite in proposito. Per l’invio di Martinengo Elisabetta venne a trovarsi in non lieve imbarazzo. Essa era risoluta a non ammettere alcun nunzio, ma per riguardo a Filippo II non ardiva proibirgli apertamente di mettere piede su terra inglese. Cercò quindi in primo luogo di guadagnar tempo. A de la Quadra disse di godere che venisse il nunzio, dovere solo osservare che secondo le leggi del paese non era possibile dare al papa il titolo di vescovo universale o sommo e che potevalo nominare soltanto vescovo romano.4 Un’altra volta si dichiarò pronta a mandare deputati al concilio e ad accettarne le decisioni, presupposto che fosse un concilio realmente libero, ma rincrescerle che il papa non l’avesse, al pari degli altri principi, chiamata a consiglio sulla questione del sinodo trattandola così come principessa protestante. Dovevasi inoltre darle la garanzia che i vescovi ch’ella manderebbe otterrebbero seggio e voce in concilio fra gli altri vescovi cattolici. Per incarico di Elisabetta trattò con de la Quadra anche Cecil, che superò persino la sua regina in fatto di proposte impossibili ; ora egli voleva venire a capo della riconciliazione con Eoma mediante una conferenza fra delegati papali e teologi inglesi, ora pretendeva che il breve papale dovesse dare alla regina tutti i titoli concessile dalla legge inglese, altrimenti non lo si accetterebbe.5 Parlando con de la Quadra Dudlev tornò ad assicurare, che tanto lui come la regina erano risoluti a ristabilire la religione in Inghilterra, e che Elisabetta desiderava soltanto togliere il dissidio religioso.6 Da ultimo s’andò sì avanti che già venne fissato un luogo per l’abboccamento fra la regina e il nunzio. Per non esporre il rappresentante 1 Gachakd, Corresp. de Marqwerìte de Parme I, 400. Kervyn de Lettenhove II, 544, n. 2 de la Quadra a Granvella, 14 aprile 1561, presso Kervyn de Lettenhove II, 548 s. 3 Margherita di Parma a de la Quadra, 21 aprile 1561: Su Magestad ha escrito que se estorvasse la yda del Abad (Kervyn de Lettenhove II, 555; dimenticato da Meyer p. 34). de la Quadra lavorò veramente per Martinengo, ma non conosceva le intenzioni di Filippo II, Cfr. de la Quadra a Granvella, 12 aprile 1561, presso Kervyn de Lettenhove II, 546. 4 de la Quadra a Granvella, 14 aprile 1561, presso Kervyn de Lettenhove II, 549. 6 de la Quadra a Filippo II, 25 marzo 1561, Corresp. de Felipe II, I, 330. 333, Meyer 34. Frere 75. 6 de la Quadra a Filippo II, 15 aprile 1561, Corresp. de Felipe II, I, 339.