58 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 2. tipo d’uno di quei condottieri senza riguardi e prepotenti quali l’età del rinascimento ebbe molteplicemente a presentare.1 Naturalmente l’ascensione di Gian Giacomo tornò vantaggiosa anche ai suoi fratelli. Ora Gian Angelo potè frequentare l’università di Bologna per compire i suoi studii giuridici fruendovi del-l’insegnament-o del famoso Carlo Buini e guadagnando nel 1525 il grado di dottore in ambo i diritti. Bitornato a Milano, fu bentosto ricevuto nel Collegio dei nobili giureconsulti.2 Ciò dovette all’influenza del Morone, il quale pensava di servirsi del giovane pei suoi segreti piani politici. Del pari che il fratello Gian Giacomo, Gian Angelo fu iniziato nella congiura promossa dal Morone per liberare l’Italia dalla signoria spagnuola. La scoperta del complotto, che condusse alla carcerazione del Morone, ridusse tutto al nulla. I Medici fortemente compromessi fuggirono nel solido Musso, ma gli spagnuoli non erano potenti a sufficienza per procedere vigorosamente contro di essi. Quando poi dopo la pace di Madrid si formò la Lega Santa contro l’imperatore, Gian Giacomo versato nell’arte della guerra partecipò alla lotta contro gli spagnuoli. 3 Una questione, in cui venne col generalissimo dei veneziani, il duca d’Urbino, fu l’occasione perchè alla fine del 1526 egli mandasse a Roma il fratello Gian Angelo.4 Mentre Gian Angelo svolgeva ivi diplomaticamente la sua attività contro gli spagnuoli, il castellano di Musso conduceva contro i medesimi la guerriglia. Il temerario spadaccino dava tanto da fare al capitano imperiale de Leva, che questi risolse di concludere pace con lui. Gian Giacomo, che aveva ognora avuto in vista solamente il suo proprio interesse, aderì alle offerte del de Leva tanto più volenterosamente, quanto più la lega andava dissolvendosi. Senza esitazione entrò al servizio dell’imperatore, che con patente del 31 ottobre 1528 lo riconobbe marchese di Musso e conte di Lecco.5 Un ampliamento di questa signoria era possibile soltanto verso Nord. Ivi Gian Giacomo cercò subito relazioni disposando la sorella Chiara al conte Marco Sittich di Hohenems nel Yorarlberg. In breve tempo formò poi anche altri progetti per ulteriormente allargare la sua signoria. Il fratello tuttora residente a Roma, 1 Cfr. Burckhardt, Kultur der Renaissance I10, Leipzig 1908, 29 e 181 : in quest’ultimo luogo sulle relazioni di Gian Giacomo colTAretino. 2 Nel suo ringraziamento per le congratulazioni del collegio il papa si riferì alla cosa : v. il * breve del 26 marzo 1560 al Collegium iuriscons. Mediol., Arni. 43, t. 10 n. 136, Archivio segreto pontificio. Su C. Ruini cfr. Fan tu zzi .VII, 230 s. ; Savigny, Gesch. des róm. Rechts IV, 426. 3 Cfr. Susta, Pius IV. 12 s. 4 V. ibid. 13 s. Cfr. Muller 231. 5 Cfr. Calvi, Fani. Milan. tav. 3 ; Susta, Pius IV. 14 s. V. ora anche Beretta, Gian Giacomo de' Medici in Brianza 1527-1531, in Ardi. stor. Lomb. XLIII (1916), 1-2.