La sessione 22a del concilio di Trento (17 settembre 1562) 215 esclusivamente della pratica utilità dell’introduzione e che nel deciderla non competeva alla sentenza del concilio e del papa il carattere dell’infallibilità. Il suo avviso fu che non fosse profittevole concedere universalmente o in parte il calice ai laici ; 1 ciò averlo già insegnato l’esperienza, chè dopo la concessione fattane dal concilio di Basilea e da Paolo II non era stata impedita ed anzi era solo aumentata l’apostasia dalla Chiesa. Sebbene la maggioranza dei padri stesse col Lainez, in conclusione si scelse la via di mezzo di lasciare al papa la decisione di tutto il negozio. 2 Dopo che erano già stati sottoposti il 5 e 7 settembre a nuova discussione i decreti ritoccati sul santo sacrificio della Messa,3 ai 10 di settembre venne proposto un decreto di riforma ed un decreto sugli abusi che s’erano insinuati nella celebrazione della Messa. 4 La discussione al riguardo durò dal .10 al 14 settembre. 5 Nella congregazione generale del 16 settembre, nella quale si diede lettura dei decreti da pubblicarsi il giorno dopo, si venne ancora a molto agitate discussioni sull’istituzione del sacerdozio. Indi ai 17 di settembre ebbe luogo la sessione 22a, 6'a sotto Pio IV. Vi comparvero i 5 legati, il Cardinal Madruzzo, 3 patriarchi, 22 arcivescovi, 144 vescovi, 1 abbate lateranense, 7 generali di Ordini, 3 dottori d’ambo i diritti, 30 teologi e 9 inviati. Tenne il pontificale Pietro Antonio di Capua, arcivescovo d’O-tranto, la predica Carlo Visconti vescovo di Ventimiglia. Giunsero alla pubblicazione il decreto sul santo sacrificio della Messa in 9 capitoli e 9 canoni, il decreto sugli abusi da evitare nella Messa, il decreto di riforma abbracciante 11 capitoli e finalmente la ricordata deliberazione sul calice ai laici. Il decreto più importante fu quello che di fronte ai numerosi errori diffusi dai novatori espose l’antica dottrina cattolica sulla santa Messa. Vi è svolto quanto segue : nell’ultima cena Gesù Cristo lasciò alla sua Chiesa un sacrificio, pel quale doveva venire rappresentato il sacrificio cruento della croce, conservata la sua memoria e applicata agli uomini la remissione dei peccati da loro 1 Cfr. Grisar, Lainez und die Froge des Laienkelches in Zeitschrift furkath Theol. V (1881), 672 ss.; VI (1882), 39 s.; Disput. II, 24 s. Grisar comunica anche particolari sul resto dell’attività del Lainez a Trento. Il generale dei Gesuiti era arrivato nella città del concilio il 14 agosto: dimostrò somma modestia nella questione del posto che dovesse prendere. Vedi Bondonus 561 s.; Boero, Lainez 254; Canisii Epist. Ili, 472, 531; Susta II, 319, 334. Tutte le discussioni sul calice ai laici del 27 agosto al 6 settembre 1562 con molti voti originali, ora presso Ehses Vili, 788-909. 2 Vedi la relazione dei legati del 16 settembre 1562 presso Susta II, 363. 3 Vedi Theiner II, 116-119. Cfr. Susta II, 339, 344. 4 Due cataloghi di essi presso Ehses Vili, 916-924. 5 Vedi Theiner II, 119-127.