La questione del Catechismo e il concilio di Trento. 291 mano ad altri quattro teologi, fra i quali è nominato in primo luogo l’arcivescovo di Zara, Muzio Cali ni. 1 Al futuro cardinale Paleotto toccò il compito di formare cogli abbozzi dei varii teologi un tutto omogeneo e stilisticamente pulito. 2 Dopo lo scioglimento del concilio il lavoro attorno al catechismo fu considerato a Roma come solo cominciato. Gli arcivescovi Muzio Calini di Zara e Lionardo Marini di Lanciano nonché Egidio Fo-scarari vescovo di Modena ricevettero l’incarico di terminarlo. 3 Da parecchie dichiarazioni nelle sue lettere si riconosce lo zelo del Borromeo a favore della cosa. Il precipuo collaboratore dei vescovi deputati fu il portoghese Francesco Fureiro, un domenicano, che già s’era distinto al concilio; fu quindi tratto a Roma, ove guadagnossi la speciale amicizia del Borromeo.4 Marini pure e Foscarari appartenevano all’Ordine domenicano, al quale pertanto va ascritto il merito principale del Catechismo romano. Quanto avevano abbozzato i teologi, da ultimo fu consegnato al primo umanista del tempo, Giulio Pogiani, perchè lo affinasse quanto alla lingua. Il celebrato stilista dedicò tutto il suo tempo nei quattro ultimi mesi del 1564 a questo onorifico incarico : 5 è suo merito se il Catechismo anche per la forma può qualificarsi opera classica. Anche altrimenti la letteratura ecclesiastica si prevalse con zelo delle conquiste dell’umanesimo. I decreti del concilio tridentino sono scritti in un latino quale non può desiderarsi diverso per l’oggetto. I teologi della scolastica risorta, un Melchior Cano, Canisio e i loro successori, davano non lieve valore alla buona espressione latina. 6 Ne risulta così il sorprendente fatto che un 1 MENDogA al 26 e 27 ottobre 1563, presso Merkle II, 706. 2 Santo Tis loc. cit. Sulla parte sostenuta da Paleotto al concilio cfr. Merkle in Ròrn. Quartalschr. XI (1897), 379 s. 3 Datura est negotium a pontifice max, tribus episeopis, ut ex decreto tridentini concila commentarios componerent christianae discipl/inae (Pogiani il 25 dicembre 1564, Pogiani Epist. Ili, 448). Attesta la collaborazione di Marini e Foscarari Francesco Torres in ima lettera a Hosio in data di Roma 17 aprile 1564, presso Cyprianus 356: in breviario laborant Mutinensis et Lancianensis, laborant quoque in catechismo. Sulla parte del Calini cfr. Lagomarsini, Pogiani Epist. II, xxi. Secondo Baluze-Mansi IV, 192 Calini scrisse i due primi capitoli del catechismo sulla professione di fede e i sacramenti. Su altri collaboratori cfr. Skibniewski 51. 4 Borromeo si faceva impartire da lui quotidiane lezioni teologiche (Bascapé 10) Le lettere di raccomandazione del Borromeo per Fureiro al cardmale-infaDte e al re di Portogallo del 3 aprile 1565 presso Baluze-Mansi III, 522 s.; cfr. 530. Fureiro fu occupato anche nella revisione dell’indice. * Breve dell’8 marzo 1564 al cardinale- infante di Portogallo, Brevia, Arm. 44, t. 20, n. 125, Archivio Segreto pontificio. Raynald 1564, n. 53. 0 Pogiani ad Annibaie Minali, 25 dicembre 1564, Pogiani Epist. Ili, 449. 6 La neoscolastica « ha non solo arricchito la teologia di nuove discipline, ma creato pure modelli classici in tutte le forme della esposizione. La traduzione della Metafisica d’Aristotile del Fonseca è di una latinità distinta. Le opere di Melchior Cano, Canisio, Petavio, Toleto e Maldonato, Bellarmino e Lessio si