266 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 6 6. sacramento, nella 13a e in connessione quella sul santo sacrificio della Messa nella 22a. Isella 7a, in cui trattossi dei sacramenti in generale, del battesimo e della cresima, il concilio si contentò di rigettare in brevi proposizioni gli errori dei nuovi credenti. Colla seguente decisione dogmatica nella sessione 13a si ritornò al procedimento seguito nella 6a, di esporre prima sistematicamente la dottrina cattolica adducendone le prove e solo dopo di condannare in brevi canoni gli errori opposti. Nelle decisioni sui sacramenti i padri del concilio ebbero il grande vantaggio, che l’oggetto era già stato ampiamente esaurito dai teologi scolastici. Quando le opinioni dei dotti non si accordavano, la questione, siccome o non ancora matura per la decisione o senza importanza per la fede, veniva girata o lasciata aperta. La 25a ed ultima sessione offre essa pure alcuni decreti in parte dogmatici sul Purgatorio, sul culto dei Santi, delle reliquie e delle immagini e sulle indulgenze. Non fu pronunziata a Trento una formale sentenza definitiva su una molto importante dottrina discretiva : quella del primato della Sede romana. Tuttavia spesso il concilio dice la Chiesa romana madre e maestra di tutte le Chiese ;1 stabilì che accettandosi i deliberati conciliari nei singoli sinodi provinciali ed assumendo una dignità ecclesiastica tutti dovessero promettere vera obbedienza al papa. 2 Stabilì ancora il concilio che i suoi decreti valessero solo colla riserva dei diritti della Sede romana ;3 riconobbe che in virtù del suo ufficio il papa ha da curarsi di tutta la Chiesa 4 e che spettavagli di provvedere alla celebrazione del concilio ecumenico. 6 Finalmente il concilio riconobbe di fatto il primato del papa sottomettendo nell’ultimo dei suoi decreti alla conferma pontificia le deliberazioni prese. Mediante queste decisioni s’era contrastata a sufficenza la negazione del primato papale da parte dei novatori, ma le idee gallicane sul primato, in -particolare la questione se il papa sia 1 Si quis dixerit in ecclesia Romana, qwae omnium ecclesiarwm mater est et magistra, non esse veram de baplismi sacramento doctrinam: anathema sit. Sess. 7, de baptismo can. 3. Cfr. Sess. 15, de extr. unctione can. 3: sess. 25, de de-lectu ciborum; sess. 22, doctrina de sacrif. missae can. 8. Cfr. la Professio /idei Tridentinae. 2 Sess. 25, de ref. c. 2; cfr. sess. 24, c. 12. 3 Sess. 25, de ref. c. 21; cfr. sess. 7, de ref. Prooem. 4 Sollwitudinem, universae Ecclesiae ex muneris sui officio debet. Sess. 24, de ref. c. 1; cfr. sess. 14, de poenit. c. 7: Pontifices maximi pro suprema pote-state sibi in Ecclesia universa tradita causa aliquas . . . suo potuerunt peculiari iudicio reservare. 5 Difficoltà, che potessero sorgere nell’accettazione o attuazione dei deli- berati conciliari, saranno eliminate, come spera il concilio, dal papa vel etiam concila generalis celebratione, si necessarium iudicaverit. Sess. 25 Contin., De recipiendis et observandis decretis concilii.