98 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 2. Una questione particolarmente difficile era come fosse d’uopo contenersi circa l’esecuzione delle pene draconiane emanate dalla bolla di Paolo IV del 20 luglio 1558 contro quei monaci che vivevano fuori dei loro conventi od erano passati in Ordini meno rigidi. 1 Un numero stragrande di questi infelici comparve dinanzi al papa chiedendo grazia, ma con tutta la benignità simile domanda non poteva essere senz’altro esaudita. Seguirono minute consultazioni sul come si dovesse procedere onde trovare una via di mezzo, aliena da eccessivo rigore e da troppo condiscendente dolcezza. 2 Era indubitabile che fossero risultate serie difficoltà nell’attuazione della bolla di Paolo IV. Troppi invero erano i monaci colpiti. Si facevano lagni, che la costituzione non procedesse colla necessaria distinzione, poiché parecchi vivevano fuori dei loro chiostri per ragioni valide e col permesso della Sede apostolica e dei loro superiori regolari. Alcuni si erano già mostrati pronti ad obbedire all’ordine di Paolo IV, ma non furono riaccettati dai loro antichi superiori, perdendo così il loro materiale sostentamento e venendo esclusi dal partecipare ai sacramenti in causa delle censure. Inoltre Paolo IV aveva sotto censure proibito ai fedeli di dar ricovero ai monaci apostati, ma a causa del grande numero di costoro era appena possibile seguire questa disposizione, donde nascevano altre molte inquietudini di coscienza. Pio IV perciò il 3 aprile 1560 assolse tutti coloro che per disobbedienza all’ordine del predecessore erano incorsi in censure o irregolarità, abrogò l’ordine stesso in quanto esorbitasse dal diritto comune e diede al suo vicario generale in Roma, Cardinal Savelli, ai vescovi e superiori regolari poteri straordinarii per decidere in nome del papa le cause dei monaci apostati o passati in altri Ordini. Entro sei mesi costoro poi dovevano sottoporre le loro dispense al giudice competente e sottomettersi alla sua sentenza.3 È caratteristico per le condizioni vigenti in Curia, che col cessare dell’oppressione esercitata da Paolo IV rialzassero subito il capo gli elementi cattivi. 4 S’ingannava però chi avesse pensato che l’opera della riforma sarebbe cessata sotto il nuovo papa. 1 V. il nostro voi. VI, 450 ss. 2 Cfr. * Avvisi di Roma del 20 gennaio, 17 e 24 febbraio, 9 marzo 1560, TJrb. 1039, p. 120, 128t>, 135’>, Biblioteca Vaticana. 3 Bvllarium Rorn. VII, 15 ss. Pio IV tenne fermo alle prescrizioni sull’ob-bligo dei vescovi alla resideza (con * Acta consist., Archivio segreto pontificio, cfr. gli * Avvisi di Roma del 27 gennaio, 10 e 17 febbraio e 9 marzo 1560, TJrb. 1039, p. 122, 127, 123, 132, 1351 ; v. anche sotto cap. 3) ; relativamente ai regressi invece fece prevalere la condiscendenza. Cfr. * Avvisi di Roma del 13 e 20 gennaio, 10 febbraio e 2 marzo 1560, Urb. 1039, p. 117, 120. 127, 134, Biblioteca Vaticana. V. anche Mocenigo 29. 4 * Avviso di Roma del 20 gennaio : « Roma torna su la pristina libertà. Le puttane cominciano andare in cocchio a] solito ». TJrb. 1039, p. 120'>, Biblioteca Vaticana. Cfr. Mocenigo 36.