Il procedi meato dell’ Inquisizione spagnuola contro il Carranza. 497 tentasse di proteggere l’arcivescovo da trattamento ingiusto, inducesse l’inquisizione a riferire a Eoma e tutelasse il diritto del papa di dare la sentenza finale. 1 Pare che fino d’allora in Spagna si cullasse la speranza di potere condurre a fine l’intiero processo a mezzo dell’inquisizione spagnuola. 2 Dal principio della sua nunziatura Crivelli si sforzò d’ottenere che gli atti del processo venissero comunicati a Eoma, ma egli non ottenne nulla fuori di belle promesse. 3 Nè. maggior fortuna ebbe Paolo Odescalchi mandato quale inviato straordinario in Spagna nel giugno del 1562. 4 A lui pure il re dichiarò trattarsi di cosa importante e doversi quindi procedere con cautela: terminato, come s’attendeva in breve, l’in-tei'rogatorio dei testimoni, se ne manderebbe copia a Eoma. 5 Del resto Odescalchi ricevette l’impressione che l’inquisizione oltrepassasse i limiti della sua podestà. Il difensore di Carranza, il celebre moralista Azpilqueta, sarebbe stato dalla medesima colpito d’arresto a domicilio per avere pubblicamente detto innocente il suo cliente. Nella stessa corte molti consideravano tutto il negozio come una mera persecuzione, ma il processo andrebbe per le lunghe perchè durando il medesimo le entrate dell’arcivescovado affluivano nella cassa regia; 8 non si pagherebbero a Carranza neanche i 10,000 ducati riservati da queste entrate al prigioniero per ordinazione pontificia, e ciò perchè, come fu informato l’Ode-scalchi, l’arcivescovo non potesse corrompere la Curia! 7 Frattanto non rimasero inattivi gli amici del Carranza. Al principio d’ottobre del 1562 essi erano in possesso d’un breve papale a suo favore e si rivolsero all’Odescalchi perchè lo rimettesse al giudice principale nel processo, Zuniga, arcivescovo di Santiago. Odescalchi si portò con un notaio da Zuniga, ma questi respinse il breve dovendo esso prima essere presentato al re. Qualora Odescalchi si fosse adattato a ciò, delle due avveravasi l’una: o il consiglio regio discuteva all’infinito sul breve o il re vietava che venisse consegnato, perchè, come scrisse a Eoma già nell’agosto l’Odescalchi, a Madrid tutto mirava alla ruina del povero arcivescovo, le cui entrate gli avrebbero dichiarato la guerra. L’inviato cercò pertanto d’indurre mediante osservazioni lo Zuniga ad accettare il breve, ma invano; egli dovette adattarsi a pre- 1 Istruzione per Crivelli dell’8 dicembre 1560, presso Susta I, 316. 2 Relazione di Giulio Costantini della fine del 1561, ibid. 319. 3 Crivelli a Borromeo, 8 giugno 1562, presso Susta II, 484. 4 Le sue incombenze quanto a Carranza nella sua istruzione del 3 giugno 1562, ibid. 478 s. 5 Odescalchi, 27 luglio 1562, ibid. 514. 8 Odescalchi a Borromeo, 27 luglio 1562, ibid. 513 e Corresp. dipi. II, ix, n. 3. 7 Ohe non se gli diano, perchè dicono che con quelli se ne servirà a corrompere la corte di Roma. Odescalchi, 3 agosto 1562, presso Susta II, 522. Pastor, Storia dei Papi, VII. 32