66 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 2. del partito favorevole alla guerra venne a trovarsi in una posizione penosa, e da ultimo addirittura pericolosa.1 D’altra parte però cresceva la sua importanza perchè l’amico duca di Firenze non trascurava di far rilevare alla corte di Bruxelles quali meriti acquistasse il cardinale Medici colla sua opposizione alla guerra.2 Le relazioni di Medici con Paolo IV, che al principio del pontificato erano .state discretamente buone,3 s’erano cambiate, a causa di questo atteggiamento, nel contrario, nè mutaronsi neanche dopo la pace di Cave. Non potè correggere l’umore del Carafa conscio di sè il fatto, che il corso degli avvenimenti aveva dato ragione a chi aveva messo in guardia. Il rigido governo del papa riformante senza riguardo, che terminata la guerra campeggiò in tutto il suo rigore, disamorava dalla dimora in Eoma gli elementi amanti della vita, ch’erano in Curia. Come molti altri, anche Medici lasciò l’eterna città nell’estate del 1558. Il volontario esilio ch’egli si impose non fu tuttavia la conseguenza di aperto dissidio con Paolo IV, il cui nepote Carlo Carafa onorò anche nell’aprile il cardinale d’una visita ; Medici anzi chiese in piena forma una licenza per guarire della gotta nei bagni di Lucca e Paolo IV gliela concesse volentieri dietro deposito di 1000 ducati. La gotta, per la quale l’umido clima di Eoma era molto improprio, non fu un mero pretesto. Furonvi però anche altre ragioni a spingere il cardinale ad abbandonare la Curia : il rigoroso reggimento nella città, poi le faccende famigliari, ma finalmente anche ambiziosi progetti, che voleva trattare personalmente col suo protettore Cosimo I1 Lasciando Eoma ai 13 di giugno del 1558, Medici si recò dapprima nel suo vescovado di Foligno. 6 Arrivò a Firenze alla metà di luglio. Le conferenze con Cosimo I riguardarono il pros- e Vati#, lai. 6047 (Biblioteca Vaticana), anche nell’A rchivio del conte Waldburg a Ho h e n e m s trovasi una serie di * lettere originali del cardinale Medici alla famiglia Hohenems che non riguardano semplici affari di famiglia : cosi le * lettere del 14, 24 e 25 gennaio e del 4 marzo 1556. 1 II 28 agosto 1556 il cardinale fece il suo * testamento. In esso in primo luogo raccomanda a Dio l’anima sua, protesta la sua fede cattolica, nella quale vuole morire e desidera un funerale senza pompa : ove muoia in Roma lo si seppellisca in S. Pietro in Montorio, se a Milano, nell’C>spedale maggiore, che è istituito erede universale. Seguono legati per suo fratello Agostino (Castel Mele-gnano con mobilia), per gli Altemps, Borromei, Serbelloni, sua sorella Chiara ecc. Un’aggiunta autografa è del 13 settembre 1556. Debbo la conoscenza del testamento al prefetto della Vaticana, mgr. Ratti. 2 Cfr. Susta, Pius IV. 48, 58, 62. Sull’opposizione del Medici v. il nostro voi. VI, 395 e 538. 3 Vedi Susta 47. 4 Susta (Pius IV. 63 s.) ha per il primo rettificato le false e tendenziose testimonianze, che fa il Panvinio nella terza redazione della sua Vita Pii IV (cfr. App. n. 90). 0 Di là * scrisse il 19 giugno 1558 ad « Annibaie di Emps » che intendeva andare ai bagni di Lucca per ragioni di salute. Archivio a Hohenems.