536 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 9 6 conte Canossa ed era stato così guadagnato alla congiura. Lo stesso Canossa narrò all’inviato che il giorno della sua carcerazione aveva voluto scoprire il complotto al papa; ch’era andato due volte al Vaticano, ma non potè avere udienza. Spinti dal diavolo e da vaneggiamento, dice Priorato, i delinquenti volevano uccidere il papa e ciò confessavano apertamente: Accolti, che avrebbe tenuto un coltello avvelenato, a causa delle sue solite profezie sembra vagli un pazzo. 1 Tale impressione suscitarono anche le deposizioni, che Accolti e compagni fecero nell’interrogatorio. Ma poiché fu usata la tortura, 2 le loro dichiarazioni non provano nulla di sicuro. Sulla sua mira, Accolti disse che aveva voluto liberare affatto l’Italia e il mondo da tutti i tiranni a cominciare dal papa. Alla domanda quale poi sarebbe il popolo eletto e chi il nuovo papa angelico, di cui annunziava la venuta, rispose essere un uomo santo, un vecchio simile ai santi papi antichi; essere quel papa, che il popolo romano appellava papa angelico. Questi avrebbe nociuto al papa reggente solo in caso di necessità coll’aiuto del popolo eletto. Accolti dichiarò ancora d’aver detto a Canossa, Manfredi, Pietro accolti e ad alcuni altri, non però a Prospero de’ Pittori, che voleva andare da Pio IV ed, ove costui non fosse venuto della sua idea, lo avrebbe ucciso non come papa, chè come tale non lo considerava, ma come persona privata e nemico di Cristo e della fede apostolica. Accolti confessò pure che aveva condotto in Vaticano i suddetti complici di congiura per eseguire l’attentato. 7 Contestò invece nel modo più reciso d’avere iniziato al progetto persone principesche. 4 Designò la lettura di libri luterani ed anche il racconto di Platina sulla congiura del Porcaro contro Niccolo V siccome le cause del suo proposito d’uccidere Pio IV e in particolare dichiarò d’avere eccitato a ciò Pietro Accolti. 6 Di quanto timore fosse pieno il papa appare dal fatto che vennero raddoppiate le guardie in Vaticano e che venivano ammessi nell’anticamera soltanto cardinali e ambasciatori, e del resto nessun altro, neanche vescovi. 6 1 Y. ibid. 2 V. gli * Atti processuali p. 241, Archivio di Stato in Roma. Cfr. la * lettere di Pr. Priorato del 30 dicembre 1564 (App. n. 80) e Veneziani. Depeschen III, 292, n. 3 Y. queste deposizioni in App. n. 77-79 secondo gli * Atti processuali del-l’A re bivio di Stato in Roma. 4 Cfr. gli * Atti processuali loc, cit. n. 25 e 261. 5 V. le sue * deposizioni in App. n. 77-79. 6 * « Per questa congiura si sono raddopiate le guardie in palazzo et le genti non possono più andare nell’anticamera di X. S. come si faceva di prima, eccetto che li cardinali et gli ambasciatori, et questo non è anco concesso alli vescovi », riferisce Giac. Tarreghetti ai 6 di gennaio del 1565, Archivio Gon- zaga in Mantova.