102 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 3. spagnuolo Vargas tornò a voltarsi dalla parte degli spagnnoli e senza scrupolo mancò di parola ai francesi facendo naufragare la candidatura già spinta molto avanti del Gonzaga. Fu per lui un grave colpo il fallimento del suo contemporaneo tentativo a favore del Carpi, poiché, come riferisce Bernardino Pia, Carafa ben sapeva d’essere perduto qualora andasse a vuoto questa candidatura, per la quale s’era fatto tanti nemici. 1 Difatti da ultimo non gli rimase che dichiararsi per Medici, la cui elezione aveva fino allora combattuta. Il passaggio dalla parte di costui, succeduto all’ultimo momento nient’affatto spontaneamente, avvenne anche questa volta in seguito a promesse, le quali lasciavano sperare al Carafa che il nuovo pontefice sosterrebbe i suoi interessi nella faccenda di Paliano e indurrebbe Filippo II a mantenere la fortezza in sequestro almeno fino a che fosse effettuato un conveniente risarcimento. 2 Quantunque chiaramente riconoscesse che la partecipazione del Carafa alla sua elezione non era stata nè spontanea nè disinteressata, Pio IV apprezzò tuttavia il grande servigio prestatogli e con diversi atti dimostrò non equivocamente la sua gratitudine. Il napoletano Fabrizio di Sangro mandato alla fine di dicembre in Spagna era un dichiarato partigiano dei Carafa e ricevette l’istruzione di sollecitare con calore una decisione intorno a Paliano.3 In questo affare il cardinale Carafa poteva guardare nel futuro con tanto maggior coraggio e speranza in quanto che Vargas, il rappresentante di Filippo II a Roma, era tutto dalla sua parte e con calde parole rappresentava al suo signore quanto stesse nel suo interesse soddisfare alle aspettative dei Carafa. 4 Lavorava nello stesso senso il duca Cosimo I di Firenze, che durante il conclave aveva fatto promesse obbliganti al Cardinal Carafa. 5 Ad un politico così sperimentato come Carlo Carafa non poteva sfuggire quanto importasse l’atteggiamento del re spagnuolo non solo quanto a Paliano, ma per tutto l’avvenire della famiglia Carafa. Perciò ai primi di gennaio del 1560 mandò nella persona di Oliviero Sesso un inviato particolare a Toledo alla corte di Filippo II, il quale doveva discretamente ricordare il 1 V. la lettera di Pia del 15 dicembre 1559 presso Ancel, Disgrâce 70, n. 2. 2 Vedi Müller 223 s. Cfr. sopra p. 50. 3 V. la relazione di Vargas del 29 dicembre 1559, presso Döllinger, Beiträge I, 326 s. Cfr. il * breve et F. a Sanguine in data di Roma 5 gennaio 1560, nel quale Pio IV fa risaltare quanto gli stiano a cuore gli incaricbi del Sanguine (magnae merito nobis curae sunt) e che il re ne soddisfi la prima domanda (Arm. 44, t. 10, n. 17, Archivio segreto pontifìcio). Cfr. Hinojosa 120. 1 Colla relazione di Vargas citata nella nota precedente cfr. pure la sua * istruzione del 1° gennaio 1560 per Ascanio Caracciolo ritornante in Spagna, Archivio di S i m a n c a s. Cfr. Ancel, Disgrâce 72. 5 Vedi Ancel loc. cit.