Il papa nomina i legati conciliari. 177 Parve durante queste trattative che la Francia rinunciasse alla opposizione alla bolla del concilio. Al principio di marzo il consiglio di Stato decise l’accettazione della bolla, ciò che fu partecipato al nunzio Gualterio ed all’inviato straordinario Lorenzo Lenzi, vescovo di Fermo. In una nota ufficiale del 3 marzo, che doveva portare a Soma l’abbate Niquet, veniva però mantenuta l’adesione di Ferdinando I e di Filippo II come condizione per la partecipazione della Francia al concilio.1 Ancor prima che ne arrivasse notizia a Eoma, Pio IV aveva proceduto alla nomina dei legati conciliari, volendo con ciò dare una prova irrefragabile che egli pensava seriamente a tenere il concilio. Fin dagli ultimi di giugno del 1560 il papa aveva manifestato il suo pensiero di nominare il Morone legato conciliare.2 Nell’ottobre corse a Eoma la voce che oltre al Morone, il Seripando e Gonzaga fossero prescelti a rappresentare il papa al concilio. Contro Morone e Seripando lavorò l’inviato spagnuolo Vargas.3 Al principio di dicembre Morone rifiutò formalmente l’invito papale.4 Si rifiutò pure il cardinale Ercole Gonzaga, ma quando il papa persistette nel suo volere, dichiarò, ai 6 di febbraio, d’essere pronto.3 In seguito a ciò in un concistoro del 14 febbraio 1561 Pio IV nominò lui e Puteo legati al concilio.6 Addì 10 marzo urgere non desino, quantumque periculi sit in mora positum inculco,, sed non inultum profìcio. Quid sit futurum, Deus scit ». L’11 marzo egli toma a riferire al Commendone: * « Adirne Caes. Maiestas deliberai in causa concilii et respon-sum a catbolicis principibus ex Germania expectat ». Archivio Graziani in Città di Castello. 1 Vedi Susta I, 170; Sickel, Ronzìi 186, n.; Eder I, 74; Ehses VIII, 167. 2 V. la relazione di Vargas presso Voss 63. 3 Cfr. Dòllinger, Beitrdge I, 340 s. 346 s.; Susta I, xlviii s. 4 V. Susta I, XL'Vili. 6 V. ibid. xlviii-xlix. In una * relazione di Fr. Tonina del 1° gennaio 1561 è detto: « Da persona che mi dice haverlo da altro che gli disse haverlo del Papa esso vuole per ogni modi che mons. di Mantova sia il legato del concilio » (il corsivo è cifrato). Archivio Gonzaga in Mantova. Cfr. anche la relazione dell’inviato portoghese del 26 gennaio 1561 in Corpo dipi. Portug. IX, 162s. 6 Vedi Massarelli 351. Il 14 febbraio 1561 Mula riferiva : * « Et ella [Sua Su] si avviò verso Belvedere dicendo che, se non m’aggravava il caminare, io la seguisse, e tal volta mi chiamava colla mano dicendo qualche parola e tra le altre che haveva fatto duoi legati per il concilio e domandando, che me ne pareva, laudai grandemente l’uno e l’altro. Ella soggiunse: Ne faremo tre altri, e se non ne havemo de’ fatti cardinali che siano al proposito, gli faremo di nuovo, teologi e legisti che siano da bene, e se non basteranno quelli, ne faremo degli altri e ci andaremo ancora noi, quando conosceremo che sia bisogno. E dicendo io che l’impresa è grande e difficile e che bisogna che Sua Santità sia correttore degli errori del tempo passato, ella sospirando pregava Dio che lo potesse fare e che non mancheria di tutto qullo che si sapesse immaginare e che tutti dovessero pregare Dio che l’aiutasse in questa difficilissima impresa ». Archivio segreto Pontificio. Pastor, Storia dei Papi, VII. 12