Procedimento contro i vescovi calvinisti e Giovanna d’Albret. 403 persuaso che si trattasse dei supremi interessi della Chiesa di Francia, rimase fermo. Si rifiutò costantemente di ricevere il Noailles ed attese soltanto la partenza del cardinale Guise per fare un passo decisivo. In un concistoro del 22 ottobre 1563, 1 dopo l’esposizione dello stato delle cose fatta dall’inquisitore maggiore Ghislieri, fu stabilito che tutti i sette vescovi non avevano obbedito alla citazione, che alcuni di essi erano eretici notorii e gli altri sommamente sospetti d’eresia. In conseguenza il papa, che prese la parola due volte contro una proposta di proroga del Bourdaisière, coll’approvazione di tutti i cardinali pronunziò la condanna, che per gli eretici notorii fu di deposizione da tutte le dignità e benefìzi. L’Inquisizione determinerebbe quali dei vescovi come semplicemente contumaces fossero incorsi nelle pene contenute nel monitorio : qualora lasciassero trascorrere senza approfittarne il termine di grazia d’un anno, procederebbesi definitivamente contro i medesimi e si considererebbero dimostrati i delitti loro imputati. In quello stesso 22 di ottobre Pio IV fece pubblicare dal-l’Inquisizione una citazione, per la quale sotto pena della perdita di tutti i suoi possedimenti Jeanne d’Albret doveva comparire entro sei mesi dinanzi alla Inquisizione romana per giustificarsi delle accuse sollevate contro di lei. 2 II cardinale Guise intervenne di nuovo presso il papa per Jeanne d’Albret, per Chàtillon ed i sette vescovi e cercò d’indurlo a ricevere No ai 11 es. La risposta del papa fu in sostanza affatto negativa 3 e fece capire quanto egli fosse convinto di compiere puramente il suo dovere procedendo contro i predetti nell’interesse della conservazione della religione. Il papa aveva fuor di dubbio il diritto di far ciò. 4 Ma è un’altra questione, se il procedimento fosse opportuno in quel momento. Guise non trascurò di richiamare ancora una volta a mezzo del Morone l’attenzione di Pio IV sul punto, che, ove desse allora campo alla piena giustizia, egli favoriva i piani degli Ugno-notti, i quali nulla tanto desideravano quanto di mandare a vuoto 1 Cfr. *Acta consist. Cam. IX, 88 (Archivio concistoriale del Vaticano) e * Acta consist. card. Oambarae (Biblioteca Corsini in Roma, 40-0-13) nonché 1’* istruzione usata pel primo da Degert (p. 87 s.) del cardinale Bourdaisière pel suo segretario mandato in Francia in data di [Roma] 30 ottobre 1563, Archives des affaires ètrang. a Parigi. 2 Vedi Mém. de Crndé IV, 669 s. Danno il 22 ottobre Raynald (1563, n. 133), Reqtjesens (Pio IV y Filipe II p. 51 s) e Borromeo (Susta IV, 253). La data 22 settembre fornita in Mém. de Condé loc. cit. si spiega certo col fatto che l’ordinanza dell’inquisizione era intervenuta già nel settembre, poiché il * monito-rium et citatio offitii s. Inquisitionis cantra ili. et ser. d. d. Ioh. Albret., regi-nam Navarrae, che si conserva in copia nell’A rchivio dell’Ambasciata spagnuo 1 a a Roma, porta la data del 28 settembre 1563. 3 Vedi Raynald 1563, n. 181; Degert 91 s. 95. Cfr.anche Sickel, Ronzìi 637. 4 Vedi Degert 95. Cfr. il giudizio di Polenz II, 301, 320.