406 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 8 b. santa la questione non era ancora appianata. Il ripiego usato pote-vasi tanto meno continuare perchè allora lo stato della salute del papa era affatto buono. 1 Alla lavanda dei piedi ed alla promulgazione della bolla In coena Domìni il giovedì santo non erasi mai usato assegnare posti per gli inviati. L’ambasciatore francese nondimeno insistette sulla sua partecipazione alla funzione anche quando il papa lo minacciasse di scomunica. L’ambasciatore imperiale reputò egli pure non compatibile colla dignità del suo signore mancare alla solennità. Quindi il giovedì santo (30 marzo) egli trovossi al Vaticano come gli ambasciatori francese e spagnuolo, tutti tre decisi a tener fermo fino all’estremo alle loro pretese. Onde evitare uno scandalo pubblico il papa per una scala segreta si recò nella loggia donde s’impartiva la benedizione. Solo dalle salve d’artiglieria da Castel S. Angelo gli inviati riuniti nella Sala di Costantino appresero che la funzione aveva già avuto luogo. Oissel allora voleva unirsi al seguito del papa al ritorno e solo a forza potè venirne impedito. In seguito a ciò chiese il passaporto. Gli sforzi uniti del papa e dei cardinali Este e Morone riuscirono anzitutto a trattenerlo dalla partenza, dalla quale dove-vasi temere la completa rottura colla Francia. Lo si tenne a bada dicendo che per la Pentecoste la controversia sarebbe decisa. 2 Pio IV credeva che per quel termine Filippo II avrebbe ceduto.3 Il re aveva dato speranza, ma poi dichiarò che la faccenda era andata troppo avanti perchè egli potesse tuttavia ritirare gli ordini impartiti al suo ambasciatore. 4 Per l’Ascensione il papa 1 Fr. Tonina riferisce al duca di Mantova addì 29 marzo 1564: * « Così dico solo che con tutto che in questi giorni saDti non siano mai soliti li papi tralasciare di andare in capella et far le solite ceremonie, non di meno S. Bne mai v’ò stata ne vi viene, ne si crede è per venire, per questa contesa della precedenza tra Franza et Spagna, et ancora che detto N. S. sia stato indisposto sin qui della podagra, il che ha potuto dar colore, che per questo non vi venesse, non di meno questa ragione hor cessa, perchè sta bene, et è andato hoggi et hieri in Belvedere senza farsi portare et è notorio che resta per questa differenza. Non si crede anco per questa ragione che dimani sia per fare la cerimonia del lavar dei piedi ». A r-chivio Gonzaga in Mantova. 2 Colle lettere di Borromeo e Arco presso Steinherz IV, 84 s., 87 s. e Pio IV y Filipe II p. 272, 276 v. anche la ** relazione di Fr. Tonina del 1° aprile 1564 loc. cit., le ** relazioni di Serristori del 1°, 4 e 5 aprile 1564, Archivio di Stato in Firenze e* quelle di Caligari a Commendone da Boma 1° e 8 aprile 1564, Lett. di princ. XXIII, 47 s., Archivio segreto pontificio. Se Oissel parte, scrive Fr. Tonina il 5 aprile 1564, * « si dubita che ne siano per seguire non solo la fatale alienatione di quel regno de la Sede Apost., ma altri inconvenienti come saria far un patriarcha in esso regno et forse qualche guerra », loc. cit. Addì 12 aprile * Tonina riferisce che sia il francese sia l’ambasciatore spagnuolo minacciavano di partire. Cfr. le relazioni di Eequesens in Pio IV y Fe-lipe II p. 275 ss. 3 II 5 aprile egli ebbe una violenta spiegazione coll’inviato spagnuolo. Cfr. 1& * relazione di Serristori del 7 aprile 1564, Archivio di Stato in Firenze. 4 Vedi Paixavicini 24, 11.