154 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 4 a. stanti tedeschi poi non aveva alcuna importanza che giusta il desiderio dell’imperatore il concilio venisse indetto come uno completamente nuovo, poiché ripetutamente e da ultimo nella dieta di Augsburg del 1559 essi avevano dichiarato che in generale non avrebbero riconosciuto alcun concilio convocato dal papa.1 ifon si venne tuttavia ad una risoluzione definitiva. Madruzzo consigliò di ponderare ulteriormente la cosa ed il papa aderì a questa proposta.2 In Curia si era molto malcontenti della condotta di Delfino. In una lettera del cardinal Borromeo del 2 novembre gli vengono fatti rimproveri per avere sostenuto con troppo poca energia le idee del papa presso l’imperatore.3 Delfino difese il suo procedere con una diffusa lettera del 17 novembre. Quando arrivò a Vienna la situazione era quasi disperata essendo che da parte di Francia l’imperatore era stato maneggiato così da opporsi alla continuazione del concilio in Trento e da dare il suo assenso solo per Spira, Costanza o simili città. In pochi giorni tuttavia egli ottenne che Ferdinando s’acconciasse alla decisione del papa circa il tempo e il luogo del concilio ed anzi accettasse anche Trento pur proponendo insieme Innsbruck. L’imperatore non è quindi per un nuovo concilio e contro la continuazione perchè egli non riconosca il Tridentino e non ne accetti fedelmente quanto alla sua persona i decreti, ma perchè vede che Francia non aderisce e Germania minaccia di opporsi colle armi." Delfino fece chiaramente capire che sotto il peso di queste ragioni egli approvava il punto di vista dell’imperatore e intendeva raccomandarlo anche a Roma. In un’altra lettera5 egli fece positive proposte in questo senso. Sarebbe forse bene, così egli, non pubblicare alcuna bolla pel concilio, ma quattro brevi relativi. Il primo, diretto ai legati Tridentini sub Paulo et Iulio tertiis habita decreta, non multum, quin etiam nihil referre putarem, indiceretur concilium an continuaretur, sed si quid late-insidiarum in verbo indictionis, etiam atque etiam diligenter considerandum censerem ac omni cura providendum, ne sic indicatur concilium, ut omnis conci-liuorum authoritas elevata videatur ». Biblioteca Graziani in Città di Castello. 1V. Janssen-Pastor IV16-16. 19 s., 135. Cfr. Reimann TJnterhamdlungen 590. 2 V. la relazione d’Arco del 30 ottobre 1560 presso Sickel, Ronzìi 123 e la lettera di Mula del 1° novembre 1560, Biblioteca di Corte a V ienna (Ehses Vili, 94). V. anche la * relazione di Pr. Tonina del 2 novembre 1560, Archivio Gonzaga in Mantova. Cfr. Pallavicini 14, 17, 1; Eeimann loc. cit. 610 s. Seripando era stato chiamato presso il papa fin dal 19 ottobre e trattò con lui il 20 e poi anche il 30 sul concilio e sulla riforma. Merkxe II, 461 s., 3 II contenuto della lettera, non più esistente, del Borromeo può desumersi dalla risposta di Delfino del 17 novembre; vedi Steiniierz I, lxxxviii; 157 s. 4 V. Steiniierz loc. cit. 5 Conservatasi come annesso alla lettera di Delfino a Morone del 18 novembre 1560, presso Steinherz I, 162 s.