136 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 4 a. Ad acuti osservatori non poteva sfuggire, come Filippo II, la cui politica era principalmente diretta ad accomodamenti ed a mantenere la pace, avesse paura che da un concilio ecumenico sorgessero nuove complicazioni. Temeva che potesse pericolare la pace appena conclusa a Cateau-Cambrésis ed Elisabetta d’Inghilterra invelenirsi talmente contro di lui, che potesse sfuggirgli l’ufficio di arbitro fra Inghilterra e Francia nella questione scozzese. Alla corte di Spagna non pareva quindi opportuno spiegare la bandiera del negozio conciliare. Poiché il re in parecchi altri affari doveva far assegnamento sulla buona volontà del papa, guardavasi bensì dal contraddirgli nella questione del concilio, ma non mostrava zelo per il grande negozio. Al contrario, la sua mira era di trascinare in lungo al possibile una decisione.1 Questo atteggiamento riservato di quella potenza, ch’era la prima in Europa, dovette consigliare anche il papa ad una prudente attesa. Ottaviano Eaverta, vescovo di Terracina, mandato nunzio in Spagna l’il marzo 1560, ebbe solamente l’incarico di sollecitare il re ad aiutare il papa nella riassunzione del concilio.2 Hosio, che andò nunzio a Vienna alla fine di marzo, 3 ebbe quanto al concilio l’istruzione di star riservato. Volere bensì il papa un concilio ecumenico, ma nulla potere in questo, prima che gli inviati spagnuolo e francese si fossero espressi in proposito. 4 L’8 aprile Vargas riferiva a Filippo II che il papa pubblicamente dichiarava di voler tenere un concilio e che verrebbe fuori colla pubblicazione tosto che imperatore, Francia e Spagna si fossero accordati. Ai 26 d’aprile Francesco von Thurm notificava all’imperatore d’aver appreso da persone degne di fede che il papa inten- 1 V. le delucidazioni di Voss 24 ss. e specialmente quelle di Dembinski, Rzym I, 151. V. anche Ehses, Berufung 3. 2 V. * Varia polit. 116, p. 380a, Archivio segreto pontificio. Cfr. Hinojosa 112 s. ; Ehses loc. cit. e Concil VIII, 10 s. 3 Sui poteri conferiti a Hosio v. ora le dilucidazioni di Mergentheim I, 244-247. ,4 In conformità Hosio fino al principio di maggio non aveva ancor parlato coll’imperatore del concilio (cfr. Voss 30, 34) : non lo fece che ai 10 di maggio (v. la sua relazione del 13 maggio presso Steinherz I, 23 ss.). La frase di Pio IV all’inviato polacco non ha il significato che le attribuisce Voss (p. 30); essa non prova che lo zelo, che il papa aveva da principio pel concilio, circa questo tempo si fosse « assopito », poiché la clausula « si opus videbitur » manca nel breve del 22 marzo al re di Polonia (Theiner, Monum. Poloniae II, 597). Alla supposizione di Voss che Pio IV abbia solo occasionalmente ostentato zelo esteriore, si oppongono i continuati sforzi del papa. Del resto Voss contraddice a se stesso scrivendo a p. 32 : « L’unica cosa, che a Roma si fece ancora nella questione del concilio, fu che non la si lasciò dormire del tutto ». Dembinski (Rzym I, 31) opina, che non solo Pio IV non voleva sottrarsi al concilio, ma desideravate ed avevaio già in vista prima che nascesse il progetto del concilio nazionale francese. Per la critica di Voss v. anche Sàgmùller, Papstwahlbullen 111, n.