502 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 8 f. cittadini colla maggiore sollecitudine possibile lascierebbem vuote le loro case ed emigrerebbero in paesi stranieri. 1 Si rivolsero subito al governatore di Milano, il duca di Sessa, che cercò di tranquillare e diede il permesso di mandare inviati a Madrid e Eoma. Dovette recarsi anche a Trento d’incarico pubblico un ragguardevole milanese per ottenere dai cardinali d’origine milanese, Morone e Simonetta, lettere di raccomandazione per E cardinale Borromeo e il papa. 2 A Eoma i deputati della città dovevano prima di tutto rivolgersi agli ambasciatori s pugniteli Yargas e de Avila ed anche con essi far rilevare, che dopo l’introduzione dell’inquisizione spagnuola commercio ed industria se n’andrebbero da Milano con grande danno del re. Poi gli: inviati dovevano guadagnare a loro favore i cardinali Borromeo e Ghi-slieri.3 Anche la città di Cremona a mezzo d’un inviato' richiese l’intercessione del Morone presso il papa. 4 A Trento parimenti suscitò grande sconcertamento) la notizia della condiscendenza di Pio IV ai desiderii del re spagnuolo. Ove sia concessa l’inquisizione per Milano, scrisse a Eoma il fiduciario della Curia, Carlo Visconti vescovo di Ventimiglia, non la si potrà negare per Napoli. Gli altri principi italiani poi la chiederanno egualmente e poiché in Spagna l’inquisizione ha potere sui vescovi, bisognerà fare la stessa concessione anche in Italia con grande svantaggio della Sede romana.. Per timore del-l’Inquisizione i prelati cercheranno avanti tutto- di mettersi sui buon piede coi principi e nel caso d’un nuovo* concìlio il papa non troverà più vescovi, sui quali possa fare assegnamento. Non ci si racconsoli perchè anche PInquisizione a modello spagnuolo rimanga pur sempre tuttavia dipendente- da Roma giacche il processo dell’arcivescovo di Toledo mostra come la vada coll’obbedienza del Santo Officio spagnuolo. 6 Similmente si espressero' i legati. Non è da credere, così essi, 6 quale Influsso eserciti sui prelati il timore, che in poeliì mesi il Santo Officio possa trasportarsi da Milano a Napoli. Già alcuni vescovi dichiaravano che nella questione della riforma dei principi sarebbero stati molto riservati per non attirarsi la vendetta di Filippo e della sua Inquisitone. 71 1 Nel consiglio cittadino tutti s’erano unanimemente risciolti cke questa In• quisitùme saria l'ultimo esterminio della Citò, carnai fargli tutta quedì» provvisione e resistenza dovuta che si pwotrà; la qual cosa q/uando altramente: succedesse si è determinato abbandonare più presto le proprit, ease et andare in altri paesi. Lettera di risposta a L. Cotta presso Verga II.. Cfr. ibid. 10 Reuia nel consiglio cittadino e la lettera a Pio IV del 29 agosto 1563, ibid. 44 a* 2 Verga 11. 3 Ibid. 12 ss. Stampa dell’istruzione presso Cantù, EvttM III. 39-41. 4 Carcereri loc. cit. 83, n. 2. Susta IV, 214. 5 Verga 20 ss. Baluze-Mansi III, 492. 6 23 agosto 1563, presso'Susta IV, 198. 7 Lettera del 19 agosto 1563, presso Susta IV, L9(k