Attuazione dell’obbligo della residenza. 321 rebbe più alcun vescovo per i negozi della Curia, come nunzio o governatore, impartendo dispense solo per urgentissimi motivi; anche i suoi nepoti dovevano dimorare almeno una parte dell’anno nelle loro diocesi. Pel momento non pensare ad una creazione cardinalizia, ma se v’arrivasse, non dimenticherebbe i meriti e le virtù dei singoli. Indi colla benedizione e colla licenza di partire li licenziò.1 Ai cardinali, che tenevano sedi vescovili, rivolse il medesimo invito: chi di loro avesse rinunziato ad una chiesa a favore d’un nipote vi mandasse il nepote e gli assegnasse almeno 1000 ducati. a Pio IV visitando il Belvedere alcune settimane dopo e trovando nella sala di Costantino alcuni vescovi, fece fermare la sua portantina e li interrogò uno ad uno del perchè non fossero andati nelle loro diocesi. Avendo qualcuno risposto d’essere trattenuto a Eoma da processi e altre cose, egli insistette perchè partissero, poiché potevano lasciare pei processi procuratori ed avvocati, essendoché ognuno poteva mettere avanti il pretesto d’un processo per non dovere osservare la residenza. Avrebbero dovuto partire anche i cardinali. Indi chiamò un uditore incaricandolo di intimare a tutti sotto pena della perdita dei loro benefìci l’ordine di partire. Poco di poi uscì un monitorio generale, che sotto la pena indicata obbligava tutti alla residenza.3 Ai 25 di no- 1 Ibid, 267 ss. * « Hoggi è stato concistoro et prima sua Bae ha fatto chiamar tutti li prelati che sono in Eoma et con longo ragionamento gli ha eshortati andare alle residenze loro, allegando non haver per hora risolutione di far cardinali, e che quando pensarà questo, non mancherà tenere memoria delli meriti di ciascuno et delle virtù loro, cosi gli ha benedetti et licenziati che va-dino. Si dice che il medemo ha fatto de cardinali che hanno chiese, però con molta modestia ». Francesco Tonina al duca di Mantova, 1° marzo 1564, A r-chivio Gonzaga in Mantova. 2 Vedi Gulik-Eubei, 40. Cfr. concistoro del 23 marzo 1564, * Acta consist. card. Gambarae loc. cit. 290. 3 * « Questa mattina S. Bue andando in Belvedere et vedendo nella sala di Costantino alcuni vescovi, si fermò, et seduta nella sede dove si fa portare dimandò a ciascuno di loro perchè non andavano alli loro vescovati, et allegando alcuni, chi liti et chi altre occasioni, gli comandò espressamente che andassero, et che chi avesse liti lasciasse procuratori et avocati, soggiongendo ogniuno si fingeria della lite per non andare alla residenza, volemo che ci va-dino anco li cardinali, et chiamò l’auditore della camera ch’era gli presente et gli ordinò che comandasse a tutti che gli andavano, et anzi che sotto pena di privatione andassero, dicendo, ne privaremo due o tre, et così sarà exempio agli altri ». Tonina al duca di Mantova in data di Eoma 8 aprile 1564. * « Oltra 1 admonitione che S. S fece questi dì passati ad alcuni vescovi che andassero alli loro vescovati, nuovamente ha fatto formare un monitorio generale a tutti, ma in esso specialmente in nomina molti, et tutti quelli che sono in Koma, nel quale li comanda che vadino alla residenza sotto pena di privatione, et si ha da intimare a tutti». Tonina al duca in data di Roma, 19 aprile 1564. Archivio Gonzaga in Mantova. V. anche Wymann 106. Cfr. * Caligari a Commendone 15 aprile 1564, Lettere di princ. XXIII, 49. Archivio segreto pontificio. Pastor, Storia dei Favi, VII. 21