386 Pio IY. 1559-1565. Capitolo 8 b. lo ricevettero molto graziosamente. Nei giorni seguenti a Beza ed agli altri predicanti fu permesso di predicare nel castello reale con grande affluenza della nobiltà e di celebrare il culto calvinista. La cosa fu inquietante per l’inviato spagnuolo, (;he credeva di trovarsi a Ginevra.1 Non può pertanto recar meraviglia che ad onta delle proteste della Sorbona venisse aperta ai 9 settembre sotto la presidenza del giovane re la conferenza di religione nel refettorio delle Domenicane di Poissy.2 In nome dei 12 predicanti calvinisti parlò per primo Beza. Egli cominciò con una patetica preghiera e sviluppò, in principio con grande circospezione, il nuovo sistema di dottrina. Solo quando venne alla dottrina sulla Eucarestia egli uscì di carattere pronunziando queste parole : « Il Corpo di Cristo è lontano dal pane consacrato quanto il cielo dalla terra ». A queste parole levossi un alto brontolìo in tutta l’assemblea : gli stessi aderenti alla nuova fede ne furono colpiti : Coligny si coperse con le mani il viso, ma il cardinale Tournon con voce eccitata, rivolto alla regina, esclamò : « È possibile che vostra maestà tolleri simile bestemmia? ».6 Vano appello. Caterina lasciò che Beza finisse il suo discorso. Dopo che Tournon ebbe chiesto copia del medesimo per potere rispondere, l’assemblea si sciolse in somma eccitazione. Nella seconda adunanza, 16 settembre, il cardinale Guise con uno splendido discorso confutò le idee esposte da Beza, accennando con molta abilità alle contraddizioni dei calvinisti cogli aderenti della confessione augustana. Il discorso del cardinale fu nella forma oltremodo misurato, tanto che non potè mancare di fare la sua impressione sul conciliante partito medio: quanto alla cosa egli tenne fermo al punto di vista cattolico. Il 12 settembre il governo era riuscito a ottenere nel Parlamento parigino la registrazione del grande editto d’Orléans del 31 gennaio, editto che aboliva ogni influenza del papa nella collazione dei benefìci francesi e vietava l’invio a Roma delle annate e di altri denari.4 Tale era la situazione quando finalmente ai 19 di settembre arrivava a St.-Germain-en-Laye il cardinale Este mandato a com- 1 Vedi le relazioni di Chantoanav in Mém. de Condé II, 16 s. Cfr. Soldan I, 470. 2 Cfr. Mém. de Gondé II, 490 s.; Bossuet, Hist, des variai. IX, 90 s.; Henry II, 497 s.; Baum, Beza II, 147 ss.; Soldan I, 467 ss.; Mourgues (Strassburg 1859); Klipffel (Paris 1867); Ruble III, 154 s.; 176 s., e Mém. de la Soc. de Vkist. de Paris XVI (1890), 1 s.; Gothein 594 s.; Lavisse, Hist., de France VI 1, 47 s.; Fouqueray I, 251 s. Vedi anche la lettera di Polanco in Précis hist. 1889, 71 s.; Thompson 106 s. Cfr. inoltre Hauser, Sources III, 172. 3 Sull’incidente cfr. le relazioni degli inviati di Firenze (Desjardins III> 462) e Venezia (Ruble III, 180) come anche 1’* Avviso da Parigi di 13 ottobre 1561 in Riv. Cristiana III, 362. ‘Vedi Ruble III, 153 s.; Susta I, 88.