Persecuzione contro i vescovi cattolici inglesi. 431 venendo patirebbe danno presso di loro il credito del sinodo. Non si temesse di peggiorare con un passo contro Elisabetta la situazione dei cattolici inglesi, che volentieri addosserebbersi questo aumento di patimenti ove il concilio pronunciasse una parola a loro favore.1 Non era infondato il timore, che Elisabetta risponderebbe alla scomunica con nuove misure contro i suoi sudditi cattolici. Già l’invio dei nunzi Parpaglia e Martinengo aveva prodotto un contraccolpo sulla situazione dei cattolici inglesi. Nei primi anni di Elisabetta le draconiane leggi di religione erano state applicate con maggior rigore solo contro i vescovi cattolici rimasti fedeli, sebbene anche riguardo ad essi il governo si guardasse bene dal procedere fino allo spargimento di sangue. 2 Due dei vescovi furono gettati in carcere già al principio d’aprile del 1559 forse per sottrarre in Parlamento alcune voci ai nemici delle leggi di religione. 3 Alla fine del 1559 conservavano le loro sedi vescovili solo più Stanley di Sodor e Man e l’apostata Kitchin di Llandaff, tutti gli altri essendo stati deposti nel corso dell’anno. Alla deposizione dall’ufficio seguì la pena del carcere, che l’ottantacin-quenne Tunstall di Durham sostenne nel palazzo dell’arcivescovo anglicano Parker, Baine di Coventry-Lichfield e Oglethorp di Carlisle nella custodia presso il vescovo Grindal di Londra temuta dai prigionieri più della Torre. I tre vescovi indicati furono colti dalla morte ancor prima della fine del 1559. Addì 12 gennaio 1560 in arresto domiciliare presso i suoi congiunti morì anche White di Winchester di febbre contratta nella lunga prigionia alla Torre. Morgan di Saint Davids, che parimenti non sopravvisse al 1559, rimase in libertà sino alla morte. Goldwell di Saint Asaph riuscì nel giugno 1559 a fuggire nel continente. A Poole di Pe-terborough fu dato di fermarsi liberamente a Londra e nel circuito di tre miglia. Degli altri vescovi rimasti, otto dovettero nel maggio e giugno 1560 entrare nella Torre ed ,in altre prigioni ; come scrive Par-paglia, 4 forse più per sospetto suscitato dalla sua missione, che per altri motivi. I carcerati venivano trattati rigidamente. Quando aspettavasi l’arrivo di Martinengo ed una lettera intercettata dalla Torre espresse la speranza che ben presto per l’interposizione del 1 Una seconda parte della memoria che non fu messa in discussione dai legati papali a Trento, tratta della traslazione della corona inglese a un principe cattolico, che doveva sposare Maeia Stuart. Bucholtz IX, 701. 2 Bridgett-Knox, The true history of the Catholic Hierarchy deposed by Elisabeth, London 1889. G. E., Phillips, The exstinction of ancien Hierarchy, London 1906; il medesimo in Dublin Review CXLII (1908Ì, 315, ss. Bejxesheim in Hist.-pol. Blätter CY (1890), 278 ss.; CXXXVI (1908), 891 ss. Spillmann II, 34 ss. Su Bourne cfr. Birt in Dublin Review CXXI (1897), 134 ss. 3 Cfr. nostro vol. VI, 582. 4 8 settembre 1560, presso Stevenson, Calendar, Foreign 1560-1561, n. 507.