Lo stato delle cose ecclesiastiche in Polonia. 367 in Lituania avevano raggiunto larga diffusione le dottrine di Lutero e della comunità dei Fratelli boemi, nella piccola Polonia le idee di Calvino, che teneva un’attiva corrispondenza coi suoi seguaci nel lontano Oriente. Il vero rappresentante della novità nel regno dei Jagelloni era la Schlachta, la piccola nobiltà paesana, che in essa vedeva il mezzo migliore per assoggettare compieta-mente il clero, come le era già riuscito coi contadini e coi borghesi. 1 II bonario re Sigismondo Augusto lasciava alle cose il loro corso : proprio nel primo tempo di Pio IV egli fu tutto occupato dal pericolo che gli era imminente da parte dello zar russo Iwan il terribile. Per ovviarlo egli si recò in Livonia, ove passò tutto il 1560. In conseguenza non prese alcuna parte attiva alle trattative per la riconvocazione del concilio, ma non causò neppure a questo riguardo delle difficoltà alla Santa Sede.2 Per prestare l’obbedienza aveva mandato a Poma un inviato, che come uno dei primi fra i rappresentanti dei principi civili compì tale atto al principio di marzo del 1560. 3 Ma che la prestazione dell’obbedienza obbligasse chi portava la corona alla protezione della Chiesa, non passò per la mente di Sigismondo Augusto. Quanto poco gli stessero a cuore gli interessi cattolici fu dimostrato anche dalla soluzione finale della questione livonica, nella quale si avverò ciò ch’era avvenuto in Prussia nel 1525 : il commendatore dell’Ordine teutonico, Gottardo von Ketteler, passò allo stato secolare e quale duca di Curlandia e Semigallia diventò vassallo del re di Polonia, che dal suo canto promise di lasciare al paese la sua costituzione indipendente e piena libertà per la professione della confessione augustana ! 4 Nell’aprile del 1560 Pio IV aveva mandato nunzio in Polonia il vescovo di Camerino, Bernardo Bongiovanni, 5 colla missione di sconsigliare il re dal concedere dispute religiose, d’impedire qualunque si fosse pregiudizio alla Chiesa cattolica nella prossima dieta, di incoraggiare i cattolici alla perseveranza nella fede e 1 Vedi Ljubowicz, Istoria reformacii w Polszje. Kalwinisty y Antitrinitarii, Warszawa 1883. Cfr. Histor. Zeitschrift LXVIII, 558 s. 2 Cfr. Dembinski, Rzyrn I, 186 s. 3 Vedi Massarelli 343 e Bondonus 533, dei quali uno colloca l’obbedienza al 9, l’altra al 5 marzo 1560. Questa questione lasciata aperta da Merkle va decisa a favore del 9 marzo secondo gli * Ada consisl. Cam. IX (Archivio concistoriale del Vaticano). Il breve di ringraziamento di Pio IV presso Theiner, Monum. Pol. II, 597 s. 4 Vedi Schiemann, Russland, Polen und Livland bis zum 17. Jahrh. II, 307. Cfr. Seibertz su G. v. Ketteler in Zeitschrift für Gesch, und Altertumskunde XXIX, Münster 1871, e Schiemann, Die Reformation Altlivlands, Reval 1884. 5 V. il breve al re di Polonia in data 23 aprile 1560 presso Theiner, Monum. Pol. II, 598; ibid. relazioni di Bongiovanni a Morone degli anni 1561-1563. Su Bongiovanni che ignora Hosio vedi Eichhorn II, 23.