140 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 4 a. Tanto meno soddisfece la risposta del governo francese, la cui politica era tutt’altro che favorevole a una continuazione del concilio a Trento. Il 20 giugno Francesco II mandò a Roma l’abbate di Manne, 1 che vi doveva comunicare quanto segue : il re di Francia approva bensì in massima la risoluzione del papa di convocare un concilio ecumenico ; deve però dichiararsi contrario a che il sinodo si tenga di nuovo a Trento e rappresenti una continuazione del concilio sospeso, colà un tempo tenuto. Il concilio ecumenico invece deve essere nuovamente indetto, e precisa-mente in un luogo, del quale si sia sicuri, che vi possono venire l’imperatore e tutti gli Stati dell’impero tedesco, protestanti come cattolici. Si chieda in proposito l’opinione dell’imperatore, alla quale si vuole subordinare anche il re di Spagna. Perchè tutto ciò che importa è il tranquillamento della Germania, il governo francese raccomanda in particolare Costanza. L’abbate di Manne aveva anche l’istruzione di dare assicurazioni tranquillanti circa il progettato concilio nazionale, insieme però doveva far capire che si prescinderebbe da un tale sinodo soltanto se il papa senza dilazione procedesse alla convocazione del concilio ecumenico nel senso desiderato dal re francese. 2 Al nunzio Hosio, quando per la prima volta questi trattò con lui il 10 maggio della questione del concilio, l’imperatore Ferdinando I non aveva dato che una risposta tenuta sulle generali ' riservando a future considerazioni la decisione circa il tempo e il luogo. Allorché, ricevuta la sua istruzione del 18 maggio,3 il nunzio ai 3 di giugno tornò a trattare coll’imperatore dell’importante negozio, ricevette un’altra volta una risposta evasiva, però, secondo la sua relazione del 5 giugno, Hosio ricevette l’impressione, che Ferdinando fosse d’accordo sul punto, che revocando la sospensione, il concilio fosse nuovamente convocato a Trento. 4 Lo stesso giorno si riunì a Vienna il consiglio segreto onde preparare una deliberazione definitiva nella questione del concilio. 5 V’esercitarono grande influenza due politici austriaci, Giorgio Gienger e il vicecancelliere Sigismondo Seld, il quale, come la maggioranza degli stati cattolici, seguiva la falsa opi- 1 Vedi la relazione di G. Michiel presso Dembunski loe. cit. 254. Cfr. Brown VII, n. 174; Ehses, Berufung des Konzils 11. 2 Instruttione del Rè Christ"10 portata a N. 8re dall'abbate di Manna sopra le cose del concilio, 1560 (Inf. polii. VII, 424 s., Regia Biblioteca in Berlino), ora stampata presso Ehses Vili, 35 s. Cfr. Reimann, Unterhandlungen 601; Voss 54 s.; Ehses, Berufung des Konzils 11. 3 Stampata presso Cyprianus 76 e Steinherz I, 31 s. 4 V. Steinherz I, 40 s. Oonsultatio quid agendum sit in neqocio concilii, presso Sickel, Konzil 49 s. Cfr. Eder I, 38 s.