162 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 4 b. rendere difficili le ulteriori trattative e consegnarono una nota breve al possibile composta da Commendone, alla quale l’imperatore rispose parimenti in iscritto l’8 gennaio. Egli loda la decisione del papa di invitare a mezzo dei due nunzi i principi tedeschi. Pensa che i rappresentanti del papa incontreranno volontero-sità e obbedienza presso gli stati cattolici dell’impero, special-mente gli ecclesiastici. Quanto ai protestanti torna a consigliarli di recarsi all’assemblea di Naumburg e li esorta a trattare ivi con spirito di benevolenza : egli stesso manderebbe inviati a Naumburg.1 I nunzi non aveano possibilità di domandare a Roma nuovi ordini circa la loro condotta, ma poiché le rimostranze dell’imperatore suonavano molto pressanti, deliberarono di cambiare il loro programma nella speranza di posteriore approvazione e di portarsi insieme alla dieta dei principi a Naumburg, intendendo passare poi alle circoscrizioni legatizie loro assegnate. In una nuova conferenza del 12 gennaio l’imperatore inculcò loro altri tre punti. In primo luogo, poiché i principi protestanti consideravano il concilio indetto come la continuazione del precedente ed erano quindi pieni di sospetto, bisogna togliere loro tale sospetto. In secondo luogo è necessario trattare moderatamente coi protestanti ed offrire ai medesimi salvacondotto nella misura più ampia. Terzo s’acconcino a Naumburg all’uso tedesco, di trattare anche in iscritto. Commendone potè promettere incondizionatamente il secondo punto. Al primo rispose ch’essi non erano mandati in Germania per disputare coi protestanti, ma solo per invitarli al concilio, dove ognuno potrebbe parlare liberamente su tutto e sarebbe ascoltato nel modo più cortese. Quanto al terzo punto Commendone si riportò alla sua istruzione, che vietava trattative scritte onde evitare inutili dispute.2 Ai 9 di gennaio Ferdinando rispose al breve, ai 15 alla lettera autografa del papa. Le due scritture davano bensì in parole generiche l’aspettativa di sostenere il concilio, ma lasciavano all’oscuro ciò che l’imperatore intendesse di fare.3 Sua mente era di far dipendere la decisione dalla risposta dei principi protestanti raccolti a Naumburg. Incitando costoro a mezzo dei suoi commis-sarii a mandar deputati al concilio, egli nello stesso tempo accentuò il suo severo proposito di mantenere in tutti casi la pace religiosa.1 1 La nota del 5 e la risposta dell’imperatore dell’8 gennaio presso Raynald 1561, n. 20, più esattamente presso Planck, Anecdota fase. 21 ed Ehses Vili, 123 s. Cfr. Reimann, Commendone 241. 2 V. la relazione di Commendone del 13 gennaio 1561, in Mìscél di storia lidi. VI, 32 s., presso Ehses VIII, 131 s. Cfr. Planck loc. eit.; Reimann loc. cit. 3 V. Sickel, Ronzìi 159 s. 4 V. ibid. 157 s.