Istruzione al Delfino. La Francia contraria al concilio. 147 ma era anche contento che ne trattasse il concilio ; essere sua intenzione assoggettarvisi volentieri, anche se si trovasse nella sua persona qualche cosa bisognevole di riforma. Qualora questi motivi interni e religiosi non facessero impressione, il nunzio faccia capire all’imperatore quanto anche per considerazioni politiche specialmente per assicurare al figlio Massimiliano la successione nell’impero, sia vantaggioso per lui aderire alla celebrazione del concilio a Trento. Ove rimanessero senza effetto queste osservazioni, Delfino dichiari : in vista dei pericoli che attualmente non solo in Germania, ma in altri paesi eziandio, specialmente in Francia, incombono alla Chiesa, il papa deve radunare un concilio ; anche se questo dovesse avvenire altrove che a Trento, Sua Maestà vi deputi almeno i suoi inviati ed i vescovi. Pel caso estremo, che l’imperatore pertinacemente respinga Trento e i luoghi in Italia e persista nel chiedere la riforma e le concessioni, Delfino ha l’istruzione di proporre, che una assemblea di vescovi e teologi abbia a discutere in Eoma i suddetti negozi. Prospero Santa Croce, trattenuto da malattia ad Avignone, non potè arrivare a Toledo che il 26 agosto, ottenendo due giorni dopo udienza da Filippo II. Questi fu tocco gradevolmente dalle comunicazioni del nunzio e dichiarossi pronto a mandare Antonio de Toledo in Francia per esortare Francesco II a desistere dal concilio nazionale.1 Già ai 4 di settembre Toledo lasciava la corte spagnuola con una istruzione, in data del 2, di fare alla corte francese energiche rimostranze a favore del concilio ecumenico e contro il sinodo nazionale dannoso e pregiudizievole agli interessi della cristianità. Con lettera autografa del 14 settembre Filippo II diede notizia al papa di questo passo.2 Neanche con questo intervento spagnuolo si ottenne un cambiamento della politica francese riguardo al concilio. L’abbate di Manne era arrivato colla risposta pontificia alla corte francese l’8 settembre. Un editto reale del 10 settembre 1560 convocava definitivamente il concilio nazionale pel 20 gennaio .1561. Antonio de Toledo, che giunse alla corte francese il 20 settembre, trovò un fatto compiuto e ripartiva fin dal 27 dello stesso mese. La risposta di Francesco II, ch’egli riportò pel suo re, manteneva in forma cortese le precedenti pretese francesi, in ispecie il rifiuto di Trento.3 1 Relazione di Santa Croce da Toledo 28 agosto 1560 in Misceli di storia liai. V, 1034 s. Cfr. Laemmer, Melet 180 s. Vedi anche Brqwn VII, n. 194 ed Ehses VIII, 59. 2 Cfr. Laemmer 181 s.; Misceli, di storia liai. V, 1045; Paixavicini 14, 16, 8-10; Voss 82 s.; Ehses VIII, 63 ss. 3 Cfr. Paris, Négociât. 544 s., 594 s., 615 s.; Le Plat IV, 650 s.; Voss 82 ss., 87 ss.; Ehses, Berufung des Komils 13 s., 15 e Vili, 72 s.