72 Pio IV. 1559-1565. Capitolo 2. stesso aveva buona coltura letteraria ed erasi sempre interessato alle produzioni dei poeti e degli storici. Quando riuniva attorno a sè gli epigoni degli umanisti, faceva volentieri mostra della sua eccellente memoria citando intere pagine di scrittori antichi. Anche nella conversazione cogli inviati il papa intrecciava talora un verso d’Orazio o adduceva esempii dalla storia.1 Secondo l’esperto giudizio di Girolamo Soranzo egli era tanto padrone della lingua, latina da riuscire ad esprimersi nei concistori altrettanto facilmente che appropriatamente. Chiara e decisa come ’1 suo stile è anche la sua scrittura;2 egli però non ha messo in carta che comunicazioni ufficiali e pareri giuridici. Aveva cognizione altrettanto profonda che vasta del diritto canonico ed era versatissimo eziandio in tutto ciò che riguardava P amministrazione è le finanze. Negli affari della curia era maestro, ma la teologia dotta non entrava nella sfera di lui, giurista e ufficiale di amministrazione. Di ciò era ben conscio e quindi lasciava alla decisione degli specialisti tutte le questioni che rientravano in questo campo.3 Colla deficienza di profonda coltura teologica si spiega anche il suo detto, rinfacciatogli essendo cardinale in conclave, sulle concessioni da farsi ai Tedeschi relativamente alla comunione sotto ambedue le specie ed al matrimonio dei preti.4 Talvolta lo stesso Pio IY accennava con insistenza alle sue deficienti cognizioni teologiche e ciò invero specialmente quando avesse promesso più di quanto potesse adempiere. Questo avveniva di frequente perchè nella sua bontà gli era. grave rifiutare una preghiera.5 In casi difficili preferiva sempre una via di mezzo. Rispondeva sommamente al suo prudente naturale il temperare e appianare i contrasti6 Niente pertanto egli rifuggiva più del procedere aspro e senza riguardi. Eminente era il suo senso politico, il suo intelletto relativamente alle questioni e bisogni pratici del momento. Questa qualità come la piena indipendenza delle sue deliberazioni rivelaronsi veramente solo dopo la sua elevazione alla cattedra di san Pietro. Solo mattina alli parenti, et perchè il Moretto buffone disse et fece de molte cose a quel desinare, che lo fecero smascellare di risa, gli donò cento scudi d’oro, et il s. duca d’Urbino gli ne donò cinquanta, et il card1“ suo fratello 30». Archivio Gonzaga in Mantova. Il banchetto in onore di Cosimo I, nel quale Pio IV scherzò liberamente con due nani e un favorito di Leone X cantò certi versi elegi latini sonando poi con la lira, è descritto da Tonina nella sua * relazione del 27 novembre 1560. 1 Esempii nelle * relazioni di Mula del 24 settembre e 26 ottobre 1560, Biblioteca di Corte in Vienna. 2 Vedi Girol. Soranzo 74 ; Susta, Pius IV. 38. 3 Girol. Soranzo 74. Giac. Soranzo 129 s. 4 Cfr. sopra p. 32 s. 6 Susta, Pius IV. 39. 6 Caratteristico in proposito è il suo atteggiamento verso i Carafa dopo la loro caduta. Cfr. il nostro voi. VI, 457, n. 3.