Il papa per il mantenimento dell’ unità della fede in Italia. 505 Pasquali, il predicante dei valdesi calabresi, venivano tutti dal Nord e ad eccezione di Pasquali abiurarono prima di morire. Nel 1562 fece rumore l’abbruciamento di un ostinato monaco e vescovo greco, Macario di Macedonia, che già due volte era stato recidivo e aveva preso la circoncisione.1 A lui seguì (23 gennaio 1563) un eretico d’Olanda, il 4 settembre 1564 un altro eretico di Cipro, che però morì cattolico. 2 Tutti gli indicati erano stranieri: ma nel giugno del 1564 si scoprì , che anche l’ortodossia della nobiltà romana non poteva considerarsi assolutamente sicura: sette dei più nobili romani, fra i quali il marchese de Vico, nepote di Paolo IV, furono allora citati dinanzi al Santo Officio per giustificarsi del sospetto d’eresia.3 Sull’attività del supremo tribunale romano della fede nei due ultimi anni del governo di Pio IV siamo straordinariamente bene edotti da un volume di atti dell’inquisizione romana, che per via non ancora del tutto messa in luce fu portato a Dublino. Le sei sentenze, che esso comunica degli anni 1564 e 1565, si riferiscono tutte a non romani. 4 Non di rado nel secolo xvi visitavano l’Italia studenti protestanti di Germania, che in generale con qualche circospezione vi potevano viaggiare senza disturbo. 5 Per motivi ignoti avvenne però al principio di giugno del 1565 che in un viaggio in Italia fu imprigionato col suo compagno per titolo di professione protestante Filippo Camerario, figlio del famoso professore lipsiense 1 Orano 13 (10 giugno 1562) * Avviso di Soma del 13 giugno 1562: «Qua in Roma si è abbruciato vivo un vescovo Greco, che ha rinegato due volte et era circonciso, e si ha poi brasato cinque o sei statue di altri eretici ». TJrb. 1039, p. 372, Biblioteca Vaticana. 2 Orano 13 s. 3 * « Sono appresso instituti qui alla inquisizione sette delli principali di quella città per sospetti di heresia, fra li quali uno dei primi è il marchese de Vico, il quale anco si processa nel regno per essere andato contro Beneventani per differenze che hanno insieme de’ territorii, in forma di essercito come scrissi ». Fr. To-nina al duca di Mantova, 17 giugno 1564, Archivio Gonzaga in Mantova. Il processo pendeva ancora il 7 aprile 1565; un * Avviso di Boma (TJrb. 1940, p. 9b ) riferisce sotto quella data che de Vico aveva ottenuto dal papa la grazia di non andare nella casa deh’Inquisizione e di potere girare liberamente a Castel S. Angelo. 4 Dal tempo di Pio IV in questo volume sono contenute: 1) Sententia contra frm. Thomam de Fabianis de Mileto O. SU Frane. Conv. 16 dee. 1564, pubblicata da R. Gibbings, A case of a minorile friar, Dublin 1853; cfr. Rui.e, History o/ thè Inquisitimi II2, London 1874, 196 s. 2) Sententia contra Giovanni Micro de Napoli prò fisco 16 dee. 1564, pubblicata da K. Benrath in Rivista cristiana VII (1879), 464-467. 3) Sententia contra Ioh. Bapt. Saxum de Caserta, ult. ]ebr. 1565, ibid. 467-468. 4) Sententia contra loa. Paganum de Caserta, 12 apr. 1565, ibid. 468 a 469. 5) Sententia contra Marcum Bergamascum de St. Gemmilo, 16 sept. 1565. ibid. 469-471. 6)' Sententia contra Aurelium della Vista di Sto Angelo ad Fossa-nella, 4 oet. 1565, ibid. 471-472. 5 Elkan, Philipp Marnix 72.